Prendere la patente diventa più semplice, la teoria diventa più snella: come cambia l’esame e perché. Le nuove regole.
Alla luce delle misure contenute nel decreto del 27 ottobre, cambia l’esame di teoria per conseguire la patente di guida per auto e moto. La novità sostanziale riguarda la durata: il nuove esame di teoria durerà meno e sarà composto da meno domande.
Come cambia l’esame di teoria della patente
Ma come cambia l’esame per il conseguimento della patente? Come anticipato in apertura, il nuove test avrà meno domande. Il 25% in meno per la precisione. Meno domande, meno tempo a disposizione. Gli esaminandi avranno dieci minuti in meno.
Numeri alla mano, la vecchia versione dell’esame di teoria conteneva quaranta domande e i candidati avevano a disposizione trenta minuti di tempo. Con le nuove regole in vigore dal 20 dicembre le domande sono 30 e i minuti a disposizione sono venti.
Capitolo errori. Prima erano ammessi quattro errori, con le nuove regole il limite massimo scende a 3.
Secondo molti prendere la patente, o almeno superare l’esame di teoria, sarà più semplice. In realtà la conclusione non è così scontata. Il fatto che le domande siano di meno non significa che siano più semplici. Inoltre diminuisce il tempo a disposizione così come si abbassa il numero di errori massimi consentiti.
Per chi cambiano le regole
L’esame cambia per chi sostiene l’esame per conseguire la patente:
A1
A2
A
B1
B
BE
Quando entra in vigore il nuovo formato
La misura è entrata in vigore il 9 dicembre ma il nuovo esame di teoria entra in vigore solo 20 dicembre. Quindi fino al 19 dicembre nessuna novità, dal 20 si cambia.
Per ulteriori informazioni si suggerisce di consultare il sito del Ministero delle Infrastrutture.
Perché cambiano le regole
Ma perché si è arrivati a questa piccola rivoluzione? Sostanzialmente per motivi pratici. Lo scopo è quello di smaltire gli arretrati che si sono accumulati durante la pandemia per lo scarso numero di esaminatori. La situazione era particolarmente complessa già prima del Covid, poi l’emergenza sanitaria ha complicato ulteriormente la situazione spingendo il Ministero delle Infrastrutture a rivedere le regole.