Oggi è la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro e forse qualcosa si muove in Parlamento.
Sono ancora troppe le morti bianche che sconvolgono il nostro paese solo dopo che è accaduto. Il Parlamento deve intervenire. L’obiettivo è produrre un testo unico che raccolga tutte le proposte in merito alla sicurezza sul lavoro e farlo approvare entro la fine di questa legislatura.
“Lavoriamo a questo testo che modificherà norme già esistenti e ne introdurrà di nuove – spiega il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, Gianclaudio Bressa –. L’obiettivo è di produrlo a fine maggio insieme alla relazione conclusiva della Commissione e, facendolo partire dal Senato, portarlo ad approvazione definitiva entro il termine della legislatura».
Su questo problema che affligge il lavoro in Italia è intervenuto il governo che ha rafforzato organici e poteri sanzionatori dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Inoltre, ha introdotto la sospensione dell’attività delle imprese inadempienti. Sospensione che tocca anche alle imprese che hanno più del 10% dei lavoratori in nero. Nel testo proposto in Parlamento ci saranno anche norme che contrastano il caporalato e l’introduzione nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro.
Le morti bianche sono diventata un’emergenza nazionale
Si tratta di un provvedimento d’urgenza che il Parlamento deve prendere perché i numeri ormai parlano di emergenza nazionale. Sono circa tre morti in media al giorno e un incidente al minuto sul posto di lavoro. Secondo i dati e le denunce all’Inail i morti sul lavoro nel 2021 sono stati 1.221 e 555mila infortuni. Nel primo bimestre di questo anno sono già aumentati del 9,6% le morti e gli infortuni di circa del 50%. Un dato che mostra un peggioramento e non una regressione del problema. Inoltre, si tratta anche di un danno economico che per gli infortuni e malattie professionali in Italia raggiunge il 6,3% del Pil. Nel primo trimestre di quest’anno sono aumentati anche gli infortuni in alcuni settori: nei trasporti e magazzinaggio (+166,9%), nella sanità e assistenza sociale (+110,4%) e nell’amministrazione pubblica (+73,8%).