Conflitto Ucraina, Capitolo 6: ambasciatori di Bruxelles riuniti per coordinare l’approvazione del sesto pacchetto di sanzioni per la Russia.
La dichiarazione del Premier ungherese Viktor Orban, non lascia scampo ad equivoco alcuno: “Per quanto riguarda le sanzioni al patriarca di Mosca Kirill, l’Ungheria si atterrà, ovviamente, alla decisione congiunta dell’Unione europea”. La conferma è stata diffusa su Twitter, da Zoltan Kovac, portavoce di Orban.
Il premier ha, inoltre, aggiunto che: “La posizione dell’Ungheria sul Patriarca era nota da tempo e nessuno al vertice di Bruxelles si è opposto”.
Durante questa mattina, la palla infuocata era già passata al portavoce dell’amministrazione polacca, Piotr Mueller. Quest’ultimo, infatti, aveva subito espresso a chiare lettere, i suoi timori riguardo la posizione dell’Ungheria, sul tema sesto pacchetto sanzioni Ue, destinato a Mosca.
Le parole di Mueller
Mueller si è espresso in questi termini: “Chiediamo inequivocabilmente all’Ungheria di non bloccare più questo processo. Le decisioni del Consiglio europeo sono state inequivocabili e la Polonia e altri Paesi dell’Ue vogliono adottare questo pacchetto di sanzioni il prima possibile”.
I portavoce europei, impegnati a Bruxelles, stanno già programmando di riunirsi nuovamente, nel corso della giornata odierna, nel tentativo di raggiungere una linea unanime, in merito all’approvazione di questo sesto pacchetto sanzionatorio, a discapito dello Stato russo.
La riunione decisiva in merito, si è, infatti, già svolta a Lussemburgo, così come stabilito dalla convocazione emessa dalla presidenza francesce. Quì, hanno fatto capo i 27 rappresentanti permanenti per la coesione.
Ieri, il Coreper aveva già scandagliato un primo incontro, conclusosi privo di un accordo, circa il dispiegamento di misure di opposizione, da presentare all’Ungheria. Lo stato ungarico, aveva infatti continuato a dimostrarsi ribelle, circa l’integrazione del patriarca russo Kirill, all’interno della lista di sanzioni programmate dai membri dell’Ue.
Alla fine, il pacchetto sanzioni per Mosca, è stato approvato all’unanimità, e il patriarca Kirill è stato escluso.
Ne deduciamo, comunque, un quadro precario quanto disarmante, imbrattato, certo, di equilibri sottili e profondamente instabili. L’immagine è sempre quella di una bomba ad orologeria impegnata su più fronti e pronta ad esplodere in qualsiasi momento.