Vitalie Sofroni (40), è stato ucciso con una pugnalata al cuore, reo di aver difeso l’amica dalle ire del marito Costantin Gorgan.
Gorgan si trovava in carcere, sotto l’accusa di omicidio. Le indagini dovranno chiarire se la morte di Vitalie sia frutto di premeditazione o se l’accusa della quale dovrà rispondere il 25enne, di origini moldave come la vittima, è omicidio volontario. Nell’ambito di una lunga intervista, Svetlana, sorella di Vitalie, confida i fatti a Fanpage.it
Svetlana chi era Vitalie Sofroni?
Vitalie era una persona buonissima e non solo con noi, con la sua famiglia. Con chiunque era generoso e sempre disponibile, vitale, quando entrava lui in una stanza lo notavi, portava gioia. Era un uomo speciale, affettuoso con i bambini e generoso con gli adulti.
Vitalie conosceva Costantin, il suo assassino?
Lui conosceva bene il suo assassino, lavoravano insieme. Vitalie gli aveva dato una grossa mano soprattutto per il lavoro, quando c’erano dei lavoretti extra glieli passava perché sapeva che ne aveva bisogno, che aveva una bambina piccola da crescere. Spesso Costantin gli chiedeva di accompagnare la moglie anche in ospedale perché lui non aveva la macchina, insomma erano amici, se così si può dire. Costantin era uno che chiedeva sempre una mano e tutti gliela concedevano, anche a mio marito ha spesso chiesto dei soldi.
Voi come avete conosciuto quest’uomo?
Tramite altri amici, moldavi come noi: in questi casi ci si aiuta se si può. Ci aveva detto che era in cerca di lavoro e Vitalie gli ha detto che in azienda cercavano un autista e così è stato assunto.
Quando è iniziato tutto?
Il giorno prima dell’omicidio quella ragazza (la moglie di Costantin Gorgan n.d.r.) ha chiamato Vitalie dicendo che aveva paura, che il marito l’aveva picchiata e che non poteva più restare in quella casa, ha detto a mio fratello che il marito aveva preso la figlia piccola e l’aveva portata con sé e poi le aveva telefonato dicendo ‘o vieni a prenderti tua figlia o la lancio dal ponte’. Quando lo ha raggiunto, quell’uomo ha provato a lanciare sia lei che la figlia dal ponte. Allora quando Vitalie ha sentito quella storia le ha detto: “Ok allora vieni a stare da me”. Nonostante la casa fosse piccola, lui ha ospitato lei e la figlia, Vitalie ha dormito sul divano e le ha lasciato la camera da letto.
E il giorno dopo cosa è successo?
Vitalie è uscito presto come ogni mattina per andare a lavorare e lei per non restare sola perché aveva paura del marito è andata dal vicino di casa di mio fratello. Nel pomeriggio sono andati i carabinieri a casa perché Costantin aveva sporto denuncia dicendo che la moglie era andata via di casa portando con sé la figlia. A quel punto lei ha mostrato i lividi e ha raccontato tutto, delle violenze subite sporgendo a sua volta denuncia nei confronti del marito. I carabinieri le hanno detto di restare lì e di avvertirli qualora il marito si fosse fatto vivo. Vitalie ha chiesto che venisse portata via in luogo sicuro ma loro hanno detto che avrebbero dovuto aspettare.
E lui si è fatto vivo…
Il marito si è presentato a casa del vicino, aveva un coltello col quale ha minacciato tutti, e così ha portato via la moglie fuggendo con un’auto che era parcheggiata fuori e che evidentemente li stava aspettando. Poi l’uomo alla guida ha visto che stavano litigando e li ha abbandonati in quel parcheggio. So che lei ha provato a scappare e a chiedere aiuto ai passanti ma nessuno si è fermato. Vitalie li ha seguiti perché temeva che quell’uomo facesse del male alla ragazza, e così li ha raggiunti in quel parcheggio dove poi è stato ucciso.