Bologna, avvelena la moglie ma viene assolto in primo grado
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Bologna, avvelena la moglie ma viene assolto in primo grado 

Tribunale Corte Costituzionale

Una donna ha accusato il marito di averla avvelenata cinque anni fa, ma l’imputato è stato assolto in primo grado.

“Mio marito ha tentato di uccidermi cinque anni fa. Ma quella a sentirsi sotto inchiesta sono sempre stata io”. Sono queste le parole della vittima, che ha espresso il desiderio di rimanere anonima alla stampa. La donna avrebbe accusato il marito di averla avvelenata cinque anni fa, ma in seguito al processo l’imputato è stato assolto. Il fatto risale alla sera del 25 aprile 2017.

La vicenda

Dopo aver bevuto un succo di frutta, la donna si è addormentata nel suo letto, fino alla mattina del 27 aprile successivo. Al suo risveglio si è ritrovata in terapia intensiva, all’ospedale Sant’Orsola. Secondo quanto emerso dalle analisi la donna aveva nel sangue una quantità tossica di farmaci.

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Ad oggi la vittima ha 52 anni, e si costituisce come parte lesa in un processo che si terrà il prossimo 16 settembre, difesa dall’avvocato Alessandro Veronesi. L’imputato è suo marito, originario di Imola, 57enne, accusato di tentato omicidio nei confronti di sua moglie.

In seguito alle prime udienze il 57enne imolese è stato assolto in primo grado. Ma il pm Antonello Gusrapane, che aveva richiesto nei confronti dell’imputato una condanna a nove anni, ha fatto appello alla sentenza. Il 16 settembre la coppia dovrà ripresentarsi in tribunale.

Il caso di Alessandra Matteucci ha spinto la vittima a denunciare

“Mio marito mi ha avvelenata, ma non mi credono“. Sono queste le dichiarazioni della donna. Sono passati cinque anni dall’accaduto, e ad oggi la vittima ha deciso di parlare dopo aver appreso la notizia della morte di Alessandra Matteucci, uccisa dal suo ex compagno.

Le dichiarazioni della vittima di avvelenamento proseguono: “È stato il femminicidio di Alessandra a spingermi. Quando una donna muore uccisa dal partner tutti si affrettano a dire che bisogna denunciare, che c’è una sempre una rete di supporto… La verità è che spesso le vittime faticano a farsi credere, che le indagini si concentrano più su di loro che sui loro aguzzini. E anche il tempo… Il tempo troppo lungo per avere giustizia fa perdere la fiducia”.

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ultimo aggiornamento: 31 Agosto 2022 10:24

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