Vladimir Putin, ha lanciato l’ennesima minaccia nei confronti dell’Ue: dopo la chiusura del gas, stop all’esportazione di una risorsa importante.
Il presidente russo Vladimir Putin si è espresso in merito alla promulgazione del nuovo pacchetto di sanzioni indetto dall’Unione europea nei confronti del Cremlino. Il presidente russo ha inoltre lanciato l’ennesima minaccia, ipotizzando limiti all’export di grano in Europa.
Secondo il leader del Cremlino, i paesi occidentali starebbero portando avanti delle politiche che “minano le fondamenta del sistema economico globale”. Con questa asserzione si riferisce ai vari provvedimenti emanati dall’Unione europea per sanzionare Mosca.
Secondo quanto riferiscono i media russi, “l’inflazione in Russia è in calo, mentre è in aumento nei paesi occidentali”. In tutta questa situazione, Vladimir Putin lancia una nuova minaccia dopo la recente chiusura di Nord Stream 1, il principale conduttore di gas in tutta Europa.
Dopo la chiusura del gas, quella del grano
Pare che adesso, il leader del Cremlino sia intenzionato a tagliare le esportazioni di grano. Putin avrebbe annunciato l’intenzione di discutere con il leader turco Recep Tayyip Erdogan la possibilità di limitare l’esportazione di grano e cibo dall’Ucraina all’Europa.
Questo gesto, sarebbe giustificato – secondo Vladimir Putin – “poiché non viene inviato ai paesi più poveri che ne hanno bisogno”. Una serie di scuse per giustificare i dispetti del presidente russo, come già aveva fatto con la chiusura di Nord Stream 1, giustificando il provvedimento di Gazprom con la scusa di dover eseguire dei lavori di manutenzione al condotto.
Putin alla sessione plenaria dell’Eastern Economic Forum (Wef) a Vladivostok: “Abbiamo fatto di tutto per garantire che il grano ucraino venisse esportato. Lo abbiamo fatto insieme alla Turchia. Se escludiamo la Turchia come paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina non viene inviato ai paesi in via di sviluppo più poveri. Ma ai paesi dell’Ue”.
E continua: “Esportate 60mila tonnellate di cibo su 2 milioni di tonnellate. Voglio dire che, come molti paesi europei negli ultimi decenni e secoli, hanno agito come colonialisti, e continuano ad agire oggi. Ancora una volta, i paesi in via di sviluppo sono ingannati e li continuano a ingannare. Ovviamente, con questo approccio la portata dei problemi alimentari nel mondo non potrà che crescere, purtroppo. Il che può portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti. Forse dovremmo pensare di limitare l’esportazione di grano e cibo commerciale lungo questa rotta. Di questo parlerò con il presidente della Turchia Erdogan”.