Dopo aver raccolto le firme digitalmente, Il governo decide di dimettere la lista di Marco Cappato alle elezioni del 25 settembre.
Si rischia la posticipazione delle elezioni programmate per il 25 settembre. Dieci giorni prima del voto, il governo decide di costituirsi contro l’ammissione di Referendum e Democrazia con Cappato. La lista era stata esclusa dalla tornata elettorale per aver raccolto le firme in maniera digitale. Adesso le conseguenze di questa decisione si ripercuoterebbero non solo sulla lista di Cappato ma su tutte le elezioni in generale.
Cosa deciderà il governo
Il 19 settembre ci sarà l’udienza in cui verrà affrontato il ricorso dello scorso due settembre al Tribunale di Milano. L’esecutivo, decide di prendere le posizioni solo oggi prima stravolgendo i piani con un preavviso degli ultimi giorni. Dopo aver raccolto le firme in maniera digitale, la lista di Marco Cappato rischia le dimissioni dalle elezioni su richiesta del governo.
“In caso di accoglimento del ricorso, sarebbero completamente stravolte al punto da imporre di fissare una nuova data per la convocazione dei comizi elettorali” – scrive l’avvocato dello Stato. I ricorrenti della lista di Cappato chiedono la loro urgente riammissione prima che sia troppo tardi. Si chiede anche che venga riconosciuta la validità delle firme digitali in linea con i principi costituzionali di diritto europeo e internazionale.
Il leader Marco Cappato aveva già richiesto un decreto che confermasse ufficialmente la validità della firma digitale. Accusa il governo affermando che “fa pendere sulla testa del giudice del Tribunale di Milano la responsabilità dello spostamento delle elezioni, che però sarebbe solo e soltanto conseguenza dell’inerzia e dell’inanità del governo stesso”.
Questo sia per le elezioni che per i Referendum. La decisione finale verrà depositata dal Tribunale di Milano nei prossimi giorni: il rischio che il voto non si terrà più il 25 settembre permane.
