Il ministro Piantedosi si è detto soddisfatto per l’accordo raggiunto ieri sui migranti al vertice straordinario di Bruxelles.
Si è svolto a Bruxelles il Consiglio straordinario dei ministri degli interni Ue per discutere sull’immigrazione, confronto richiesto a gran voce da Roma. Il ministro Piantedosi ha detto di essere soddisfatto delle conclusioni a cui si è arrivati. “All’Italia non sono state fatte richieste. C’è stato il discorso di condividere al più presto un coordinamento maggiore dei meccanismi Sar che intervengono nel Mediterraneo e non solo” ja comunicato il capo del Viminale.
Questo nuovo piano d’azione della Commissione europea sul Mediterraneo centrale è in linea con la posizione dell’Italia ovvero che “serve un’azione forte dell’Europa per migliorare il rapporto e il sostegno ai Paesi di origine e di transito dei flussi migratori quindi la cosiddetta dimensione esterna, sia in termini di sviluppare azioni di contenimento delle partenze sia di migliorare i meccanismi di rimpatrio” ha precisato Piantedosi.
A contrastare il ministro italiano è stato l’omologo francese Darmanin, che aveva duramente criticato l’Italia per l’episodio della Ocean Viking. “Se l’Italia non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro non c’è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania, che sono quelli che accolgono le navi e sono gli stessi che accolgono direttamente i migranti dall’Africa e dall’Asia” ha annunciato.
L’apertura dell’Ue
Darmanin ha ricordato che le navi Ong sono lì per salvare le persone e che i paesi del Sud del Mediterraneo devono aprire i loro porti che spesso non lo fanno. Piantedosi però ha smontato qualsiasi polemica dicendo che con la Francia ci sono rapporti “normalissimi e buonissimi”, e che “non c’è stata nessuna necessità di confronto”.
Oggi ci sarà un’altra discussione in vista del consiglio di dicembre e tra gli argomenti ci sarà anche la proposta dell’Italia di aprire centri di screening in Africa. Da parte Ue c’è apertura a discutere anche del codice di condotta delle Ong. Il commissario Ue Schinas ha detto che “le operazioni delle Ong non sono un tabù, non sono qualcosa di cui non si deve discutere. Si deve discuterne perché stiamo parlando della vita delle persone. Le operazioni nel Mediterraneo non possono avvenire in una situazione da selvaggio West”.
Inoltre, sostiene che le operazioni di ricerca e soccorso debbano avvenire in modo più strutturato nel rispetto degli stati membri, per questo si valuta anche un codice di condotta. “Non si può e non si deve lavorare crisi per crisi, nave per nave, incidente per incidente. Abbiamo bisogno di un quadro unico basato sul diritto dell’Ue”.