Le critiche alla manovra arrivano, oltre che dall’opposizione, da Bankitalia, Confindustria e sindacati. La premier disposta a rinunciare al Pos.
La premier Giorgia Meloni ieri non ha risposto alle critiche arrivate da Bankitalia sulla legge di Bilancio. Ci ha pensato il sottosegretario Fazzolari le cui parole però non sono piaciute nemmeno al Quirinale che ha invocato una rettifica. “Non mettiamo in discussione l’autonomia della Banca d’Italia”, fa sapere Palazzo Chigi dopo che il sottosegretario aveva risposto alle critiche di Palazzo Koch con la teoria che “l’istituzione è partecipata da banche private”.
Il partito della presidente del Consiglio sente i nemici col fiato sul collo. “Abbiamo tutti contro: il M5s che strumentalizza la riforma del Reddito, i sindacati, Confindustria, Bankitalia” ha detto il fedelissimo Fazzolari. Giorgia Meloni invece mantiene un profilo cauto e istituzionale anche se in privato sceglie la linea dura d’attacco, stanca dell'”accerchiamento” su “qualunque iniziativa prenda il governo”.
Giorgia Meloni è intenzionata a ribattere “colpo su colpo”
«Sono a Palazzo Chigi da un mese e mezzo. Solo sei settimane in cui abbiamo preso in mano un Pnrr in affanno, abbiamo scritto a tempo di record la manovra e presenziato a un G20 dall’altra parte del mondo in cui abbiamo avuto bilaterali fondamentali con Biden e Xi Jinping» evidenzia la premier ai suoi. Giorgia Meloni era consapevole che avrebbe avuto nemici e sarebbe stata attaccata su più fronti e non è intenzionata a retrocedere anzi, vuole ribattere “colpo su colpo”.
Ma la premier è pronta ad abbandonare la norma sul Pos, se è questo che rischia di far saltare gli accordi con l’Ue sul Pnrr. Meloni sa che non può rinunciare a questi fondi né tirare la corda con Bruxelles. Per questo, è disposta ad abbassare o eliminare del tutto addirittura la norma che prevede una soglia di 60€ sotto la quale i commercianti possono rifiutare pagamenti elettronici senza sanzioni.