Unione europea vieta prodotti da deforestazione e lavoro minorile
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Direttore: Alessandro Plateroti

Unione europea vieta prodotti da deforestazione e lavoro minorile 

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L’Unione europea vieta l’import di prodotti commerciali derivati dal lavoro minorile e da prodotti che contribuiscono alla deforestazione.

L’Unione europea va verso lo stop dell’import di prodotti ottenuti dalla deforestazione e dallo sfruttamento minorile. Si tratta di un passo molto importante per l’Unione europea nel rispetto degli standard ambientali e sociali. La notizia giunge attraverso una comunicazione della Coldiretti. 

Il presidente Ettore Prandini si è recato a Bruxelles in occasione del Global Food Forum di Farm Europe. Durante l’incontro il presidente Coldiretti ha commentato l’accordo raggiunto dal Parlamento europeo per gli Stati membri dell’Ue secondo il quale è vietata l’importazione nell’Unione europea di diversi prodotti. 

I prodotti banditi

Tra questi riconosciamo l’olio di palma, la carne bovina, la soia, il legno, il cacao e il caffè, qualora contribuiscano alla deforestazione o provengano dal lavoro minorile. Nella fattispecie, la Coldiretti denuncia: “Quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia non rispetta infatti le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso anche grazie ad agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea.” 

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E specifica: “Ad esempio dalle banane dal Brasile al riso birmano. Dalle nocciole turche ai fagioli messicani. Dal pomodoro cinese fino alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti tailandesi. Sono molti i cibi accusati di essere ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa per sfruttamento del lavoro minorile.” 

I rischi per la salute

Coldiretti ha parlato inoltre dei rischi per la salute che derivano da questo tipo di importazioni. Nella fattispecie, “l’80% degli allarmi alimentari scattati in Italia che sono stati causati da cibi importati dall’estero. In generale, in testa alla classifica dei Paesi dai quali arrivano i prodotti più contaminati c’è la Turchia responsabile del 13% degli allarmi alimentari scattati in Europa. A seguire, l’India per l’8% delle notifiche complessive. Ma preoccupazioni vengono anche dalla Cina. Rappresenta quasi la metà delle notifiche relative ai materiali a contatto con gli alimenti, per la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti di plastica. Come il bambù e la migrazione di ammine aromatiche, melamina, formaldeide, ecc.” 

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ultimo aggiornamento: 9 Dicembre 2022 12:23

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