L’aumento del 3% sui tassi d’interesse avrà un’impatto sui mutui variabili. La Bce prevede un ulteriore rialzo a marzo.
Per cercare di frenare l’inflazione, la Banca centrale europea ha deciso un nuovo aumento sui tassi d’interesse di 50 punti dall’8 febbraio: sui rifinanziamenti principali saranno al 3%, sui depositi al 2,50%, e sui prestiti marginali al 3,25%. Questo ulteriore rialzo graverà sulle rate dei mutui variabili in Italia. A cosa dovremmo prepararci?
Un aumento di 50 punti
La Bce conferma, come comunicato a dicembre, che i tassi verranno alzati di ulteriori 50 pb a marzo, “per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria”. In questo scenario, nell’arco di un anno l’assegno mensile versato dai mutuatari alle banche è salito del 43%, e potrebbe crescere ancora entro marzo a causa delle aspettative di mercato.
Le soluzioni per fronteggiare i probabili futuri rincari, sarebbero la surroga o la rinegoziazione, “eventualmente approfittando delle condizioni introdotte dal governo con la legge di bilancio”, come propone Facile.it. Anche la stessa Bce comunica che, a causa delle spinte inflazionistiche di fondo, i tassi potrebbero essere innalzati di altri 50 punti base.
Calo del portafoglio App
Francoforte prevede inoltre una riduzione dei titoli acquistati, nel quadro del Programma di acquisto di attività (App), in una somma di circa 15 miliardi di euro al mese dall’inizio di marzo alla fine di giugno 2023, che verrà poi determinato nel corso del tempo.
Parte dei soldi incassati saranno poi reinvestiti per l’acquisto di titoli di Stato, mentre un’altra parte sarà orientata alle società “con risultati migliori dal punto di vista climatico”. Questo approccio sosterrà la graduale decarbonizzazione delle consistenze di obbligazioni societarie dell’Eurosistema, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.