Caso Rackete, negata autorizzazione a procedere contro Salvini
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso Rackete, negata autorizzazione a procedere contro Salvini

Matteo Salvini

Adesso, la richiesta a procedere contro Salvini approderà in Aula, a Palazzo Madama, per la decisione definitiva.

“Zecca tedesca”, “complice di trafficanti”, “sbruffoncella”. Questi alcuni dei commenti dell’allora ministro del’Interno Matteo Salvini – contro Carola Rackete, all’epoca dei fatti comandante della Sea Watch 3 – che hanno portato il Tribunale di Milano ad aprire un procedimento nei suoi confronti nel 2019. La Giunta delle elezioni e immunità del Senato ha negato la richiesta di autorizzazione a procedere contro l’ex ministro.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Coperto dall’insindacabilità

L’accusa è di diffamazione aggravata, ma oggi la Giunta delle elezioni e immunità del Senato ha dato parere negativo sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, esprimendo dieci voti a favore, tre contrari e due astensioni alla relazione del senatore Meinhard Durnwalder.

I senatori, guidati dal presidente Dario Franceschini, erano chiamati a decidere se le frasi postate sui social attengono o no alla sfera dell’insindacabilità di cui gode in qualità di senatore. La maggioranza, ha quindi valutato le dichiarazioni di Salvini coperte dall’insindacabilità, in quanto non possa essere chiamato a rispondere giuridicamente delle opinioni espresse nell’esercizio delle sue funzioni.

Chi avrebbe voluto le risposte di Salvini?

Partito democratico e Movimento 5 stelle invece avrebbero voluto che Salvini rispondesse delle sue esternazioni in un processo. “È inaccettabile che si utilizzi lo strumento della insindacabilità per proteggere e impedire che vada a giudizio un ministro che si è permesso per un mese e mezzo consecutivo da qualunque canale social e mezzo televisivo di insultare una persona”, dice Alfredo Bazoli, senatore Pd.

Autorizzando l’ex ministro, si autorizza chiunque a dire qualunque cosa dentro un’aula parlamentare. Adriano Paroli, di Forza Italia, poi interviene: “L’articolo 68 prevede che si individui il fatto per cui un senatore abbia espresso le sue opinioni nell’esercizio del suo mandato. Ciò non induce la Giunta a intervenire con un’analisi della veridicità o gravità delle affermazioni, non ci compete. Per me era evidente che quello che ha detto il ministro era nell’esercizio del suo mandato”.

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ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 2023 16:14

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