Ospite di Lily Gruber a Otto e Mezzo su La7 Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, attacca la premier Meloni.
Accuse pesantissime e violenti attacchi al governo e alla premier Giorgia Meloni da parte del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Ospite a Otto e Mezzo su La7 di Lilly Gruber parla del 25 aprile. La giornalista parte proprio da un estratto di un articolo di Travaglio in cui dice che ognuno usa il 25 aprile per i suoi interessi. Nel suo articolo attacca anche gli esponenti di sinistra che chiama “i maestrini dalla penna rossa che danno dei fascisti a Fratelli d’Italia” perché pretendono che si dichiarino antifascisti e si indignano se non lo fanno.
Gruber chiede a Travaglio se la presidente del Consiglio “sia uscita bene” da questo suo primo 25 aprile alla guida del governo. Secondo il giornalista del Fatto Giorgia Meloni “agli occhi di quelli che l’hanno votata è uscita indenne perché è riuscita a non dichiararsi antifascista né fascista. Santoro l’ha definita afascista, io direi paracula“ attacca Travaglio.
“I politici sono degli ignoranti”
Il giornalista precisa che i suoi elettori non la giudicano per questo ma piuttosto da quello che fa e quello che non fa. Poi esprime il suo parere personale. “Agli occhi miei è uscita pessimamente perché per come la vedo io solo chi è antifascista deve poter guidare un governo o rappresentare le istituzioni visto che la nostra Costituzione è talmente antifascista che non l’ha nemmeno scritto perché ogni articolo è antifascista” ricorda Travaglio nominando l’articolo 11 che ripudia la guerra.
Poi arriva la stoccata anche alla sinistra e ai precedenti governi. Travaglio si dice d’accordo sul fatto che qusto governo sta “picconando” molti valori della Carta ma è pur vero che anche precedenti governi e parti politiche che si dichiarano sinceramente antifascisti quei valori li hanno “picconati” ugualmente. “La Costituzione è stata picconata con varie controriforme sia dalla destra che dalla sinistra” ricorda Travaglio.
“Ci sono anche degli ipocriti che stanno dall’altra parte che tirano fuori la Costituzione il 25 aprile e poi se la dimenticano gli altri 364 giorni” attacca il giornalista del Fatto. Il direttore conclude dicendo che è giusto affidare questo dibattito sul 25 aprile agli storici perché quando lo si affida ai politici perché sono “dei grandi ignoranti e questo è imbarazzante“.