L’ex leader di Forza Italia avrebbe deciso di alzare il quorum nel Cda Fininvest. La mossa “alla Del Vecchio”.
Dopo la conclusione dei funerali di Silvio Berlusconi, è giunto il momento del suo testamento. Le sue ultime volontà sono state depositate presso il notaio Arrigo Roveda di Milano, e verranno svelate nell’apertura della busta sigillata.
L’apertura è già prevista per la giornata di lunedì prossimo, quando verranno resi noti i dettagli dell’eredità.
La grande eredità dell’ex premier
Mentre circolano ipotesi su un lascito di 50-100 milioni di euro e alcune proprietà a Marta Fascina, inclusa forse Villa San Martino ad Arcore, l’attenzione è rivolta alle decisioni sulle attività aziendali. Ci sono potenziali acquirenti, ma sembra che la famiglia al momento non sia interessata a vendere il patrimonio aziendale. Inoltre, sembra che non ci saranno sorprese nella successione.
La proprietà rimarrà saldamente nelle mani dei cinque figli di Berlusconi. Secondo alcune fonti, egli ha trovato un modo per assicurare continuità aziendale e tranquillità famigliare anche dopo la sua scomparsa.
La strategia usata anche da Leonardo Del Vecchio
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il punto focale della questione della successione riguarda la distribuzione di più del 60% di Fininvest, che era in mano al fondatore. Se si suddividesse la quota di Silvio Berlusconi equamente tra i suoi cinque figli, la maggioranza della sua holding familiare sarebbe controllata da Barbara, Eleonora e Luigi.
Tuttavia, se la parte legittima venisse assegnata a Marina e Pier Silvio, che sono già ai vertici delle società del gruppo da anni, il controllo di Fininvest andrebbe ai 3 figli di Veronica Lario. In questa situazione, Berlusconi si proteggerebbe come fece Leonardo Del Vecchio con la Delfin. Del Vecchio aveva aumentato il quorum necessario per le decisioni importanti fino a richiedere l’unanimità per le vendite.