Dopo l’istruttoria sui pandori Balocco, Chiara Ferragni non ha fornito altre spiegazioni.
Chiara Ferragni non ha ancora commentato il caso dei pandori Balocco e l’indagine aperta dall’Antitrust. Dopo che la vicenda è stata resa pubblica, in molti hanno scritto alla nota influencer chiedendo spiegazioni. Tuttavia, sembra che Chiara abbia bloccato tutti coloro che usano la parola “Balocco” nei loro commenti, come evidenziato da Selvaggia Lucarelli. “Pensati libera bla bla… ma la libertà è solo tua però. Non degli altri“, ha commentato un utente sul profilo della Ferragni.
L’indagine di Selvaggia Lucarelli
Sul sito della Balocco, lo scorso inverno, si leggeva: “Balocco presenta il pandoro Chiara Ferragni per sostenere l’ospedale Regina Margherita“. Parte del ricavato delle vendite di questo prodotto sarebbe andato alla ricerca contro i tumori infantili. Tuttavia, secondo Selvaggia Lucarelli la vicenda presentava fin dall’inizio degli aspetti non chiari.
La curiosità della giornalista era stata stimolata dal fatto che Chiara Ferragni aveva pubblicato post sui benefici dei prodotti di Balocco con l’hashtag “adv“, che indica la pubblicità a pagamento. “In che modo dunque – aveva commentato la Lucarelli – Chiara Ferragni contribuisce a questa iniziativa benefica, se è pagata immagino molti soldi da Balocco per vendere pandori?“.
La riposta dell’ufficio stampa della Balocco non era tardata ad arrivare. “Non c’è una diretta proporzione tra il numero di pandori venduti e la quota che viene destinata al progetto. Ferragni e Balocco hanno deciso insieme il destinatario della donazione e Balocco ha fatto una donazione al Regina Margherita“.
La conversazione tra la Lucarelli e il Regina Margherita
Dopo la risposta della Balocco, la giornalista si era messa in contatto direttamente con l’ospedale destinatario della raccolta fondi. Al telefono, aveva parlato con la dottoressa Franca Fagioli, la quale non aveva ben compreso come questa somma sarebbe stata devoluta in beneficenza alla struttura.
“Abbiamo presentato un progetto a Balocco – spiegava la dottoressa – in cui chiedevamo della strumentazione per la ricerca nel settore dei sarcomi e loro hanno proceduto con questa campagna di comunicazione. Prima vendono e poi mi donano“. Tuttavia, la Lucarelli ha spiegato che non funziona così, anche sentendo l’ufficio stampa di Balocco.
“In molti, perfino nell’ospedale in questione, sono convinti che più Pandori compreremo e più faremo del bene ai bambini malati di tumore“, aveva affermato la giornalista. “Resta da capire, visto che non è così, perché Balocco non abbia semplicemente fatto una donazione all’ospedale senza panettoni rosa e influencer usati come immagine per una campagna che di fatto ha uno scopo commerciale“.