Stockton Rush, morto nell’implosione del sottomarino Titan, aveva ritenuto infondati gli allarmi sulla sicurezza del mezzo.
Nella catastrofica implosione del sottomarino Titan è deceduto Stockton Rush, l’amministratore delegato di OceanGate, insieme ad altre 5 persona a bordo con lui. Fu proprio il CEO dell’azienda ad aver ignorato gli allarmi sulla sicurezza del mezzo, considerando una eventuale certificazione del sommergibile solo tempo sprecato.
A confermarlo è stato uno degli ex collaboratori della società, Rob McCallum, specialista di esplorazione in acque profonde che cinque anni fa decise di lasciare l’azienda a causa della leggerezza del suo fondatore, pensando che fosse troppo frettoloso e anticipasse le cose a discapito della sicurezza.
Lo scambio di email
“Stockton Rush era un tipo a tutta velocità ma nell’industria dei sommergibili, a profondità estreme, è tutta una questione di precisione e controllo. Nulla può essere lasciato al caso”, dichiara Rob McCallum, evidenziando che Rush respinse più volte gli avvertimenti sulla sicurezza del sommergibile Titan.
A confermare il suo racconto uno scambio di e-mail consultato dalla BBC. “Penso che tu stia potenzialmente mettendo te stesso e i tuoi clienti in una dinamica pericolosa. Nella tua corsa verso il Titanic stai rispecchiando quel famoso grido: È inaffondabile”, scriveva McCallum al Ceo che intanto riteneva le misure di sicurezza del sottomarino come “bugie infondate” da parte di coloro che stavano cercando di impedire ai “nuovi concorrenti di entrare nel loro piccolo mercato”.
Nessuna certificazione per il Titan
Nel 2018 McCallum firmò con altri vari esperti del settore una lettera che avvertiva Rush di possibili problemi “catastrofici” con lo sviluppo di Titan, esortando OceanGate a richiedere la certificazione per il Titan prima di utilizzarlo per tour commerciali.
La società ha dichiarato nel 2019 di non averlo fatto certificare da organi terzi perché questo significava che il sommergibile avrebbe dovuto subire un “ciclo di approvazione pluriennale” con notevole perdita di tempo.
“Fino a quando un sottomarino non viene classificato, testato e provato, non dovrebbe essere utilizzato per operazioni commerciali di immersione profonda”, avvertiva ancora Rob McCallum all’amministratore di OceanGate.
“Abbiamo sentito troppo spesso grida infondate di ‘ucciderai qualcuno’. Lo prendo come un grave insulto personale”, ribatteva Stockton Rush. “L’approccio innovativo e focalizzato sull’ingegneria di OceanGate va contro l’ortodossia sommergibile, ma questa è la natura dell’innovazione”, evidenziava.
La liberatoria firmata dai turisti
Come racconta anche Mike Reiss, scrittore e produttore dei Simpson, viaggiando sul sommergibile Titan la scorsa estate “la catastrofe era sempre vicina nella tua mente”. Come molti altri che decisero di andare nelle acque profonde verso il Titanic, Reiss firmò una rinuncia “che descrive tutti i modi in cui potresti morire“.
“La morte viene menzionata tre volte nella prima pagina, salutai mia moglie con un bacio prima di andarmene pensando che avrei potuto non rivederla più. In breve, il disastro faceva parte del pacchetto”, racconta.