L’accusa arriva dal Wall Street Journal. Il quotidiano statunitense ha indagato sul misterioso tweet del fondatore di Tesla.
Elon Musk farebbe uso di stupefacenti e, in particolare, di ketamina. Questa l’indiscrezione del Wall Street Journal che cita anche altre grandi personalità del mondo della tecnologia, come Steve Jobs e Sergey Brin, che in passato si sarebbero serviti di qualche “aiutino“. “È la strada più rapida per aprire la mente e vedere le cose chiaramente“, ha dichiarato Karl Goldfield, ex consulente vendite e marketing di San Francisco.
Una frase che è stata ripresa da altri vip del mondo di Twitter come Andrew e Tristan Tate, i due fratelli milionari ormai re conclamati della controversia online, che hanno citato Goldfield per sostenere nuovamente che la depressione “non è reale“. A questa provocazione ha risposto Musk affermando che questa malattia è sovradiagnosticata in America e che, al posto degli antidepressivi, “la ketamina assunta occasionalmente è l’opzione migliore” per curarla.
Persone zombificate
Elon Musk ha definito l’uso degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina come un metodo per la “zombificazione delle persone“. Si tratta della classe di farmaci più prescritta per il trattamento della depressione. Non è chiaro, quindi, se il fondatore di Tesla faccia effettivamente uso di questa sostanza, nonostante la sua forte presa di posizione in merito.
Musk non sarebbe certamente il primo ad assumere ketamina nella Silicon Valley. Il precedente più famoso è quello di Tony Hsieh, ex amministratore delegato di Zappos, azienda di Amazon. Il dirigente assumeva questa sostanza a lavoro e presto ha iniziato ad abusarne finché Jeff Bezos non l’ha scoperto. Hsieh era poi morto, poco dopo aver rassegnato le dimissioni.