La donna non vede la figlia dal 10 giugno scorso e conferma di aver raccontato tutto quello che sa: i suoi familiari restano indagati.
Ogni giorno che passa avvicina Katherine Alvarez a convincersi che non rivedrà più la sua piccola Kataleya. Da quel triste 10 giugno, data in cui la piccola è stata portata via dall’ex hotel Astor, sono passati tre mesi: oltre 2000 ore di ricerche, di tentativi e di buchi nell’acqua.
La situazione non sta facendo sicuramente piacere ai genitori della bimba che ieri, nel corso di una conferenza stampa, si sono scagliati anche contro gli inquirenti impegnati nel caso: “Non trovano niente e indagano i miei parenti“, ha detto il padre di Kata. Katherine, però, ha ancora speranza ed è disposta anche a finanziare le ricerche pagando di tasca propria i suoi benefattori.
La ricompensa per chi dice la verità
La madre di Kata ha parlato oggi sulle colonne del Corriere della Sera, annunciando la volontà di organizzare una “raccolta fondi per pagare chi racconterà cosa ha visto. Io sono convinta che qualcuno di quelli che abitavano all’Astor sa cos’è successo e che non parli per paura“. Katherine, implicitamente, crede che siano le stesse persone dell’ex hotel a nascondere la verità.
La donna, infine, è tornata anche su quell’immagine che è circolata nelle ultime ore, una fotografia che ritrae due cittadini rumeni che si allontanano dall’Astor con un trolley, ammettendo di non riconoscerli. La madre di Kata ha detto tutto quello che sa sulla vicenda e lo ha ribadito ancora una volta. La sua unica speranza, ora, è che qualcuno accetti del denaro per dare qualche informazione in più agli inquirenti: “L’obiettivo è individuare la mia bambina e a questo punto non vedo altri modi“.