Scende in campo anche l’Italia nel Mar Rosso. Missione con Francia e Germania per difendere il commercio marittimo dagli Houthi.
Ci sarà anche l’Italia in prima linea con Francia e Germania nel Mar Rosso con l’obiettivo di difendere il commercio marittimo internazionale dagli attacchi degli Houthi sulle navi cargo. L’intento è, appunto, quello di mettere una pezza con una missione militare con compiti difensivi ai ribelli che stanno agendo come conseguenza della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.
Mar Rosso, anche l’Italia con Francia e Germania
Come sottolineato dal Corriere della Sera, la missione militare navale Ue vede Italia, Francia e Germania in prima fila. Due giorni fa Roma, Parigi e Berlino hanno fatto circolare un documento congiunto sulla sicurezza e la libertà di navigazione nel Mar Rosso in cui hanno sottolineato la necessità di un’azione militare con compiti difensivi.
Si tratterebbe di una missione nata su proposta francese nel 2020 al fine di proteggere i flussi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz, che divide la penisola arabica dalle coste dell’Iran, e poi estesa al Golfo Persico.
Nel dettaglio l’Italia userà la Its Federico Martinengo (F-596) e la Virginio Fasan (F-591). Sono queste le due navi che faranno parte della missione europea Aspides per proteggere il Mar Rosso.
Parla Tajani
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto nelle scorse ore a Bergamo ad un incontro con un gruppo di industriali, ha spiegato che “Aspides non è solo una missione di polizia internazionale, è un importantissimo segnale politico della Ue: siamo sulla direzione della difesa comune europea, che è il vero tassello necessario per la politica estera comune”.
In queste ore, invece, i ministri discuteranno pure del piano dell’Alto rappresentante Ue Borrell, che mira a rilanciare il processo di pace sulla base della soluzione dei due Stati, con il coinvolgimento dei partner della regione e l’organizzazione di una conferenza di pace.
Le parti coinvolte “dovrebbero definire le conseguenze previste in caso di impegno o di mancato impegno nel piano di pace”.