L’alleanza regionale in Abruzzo: Calenda sostiene la competenza contro le logiche di poltrona.
In un contesto politico spesso caratterizzato da alleanze mutevoli e da posizioni ideologiche rigide, l’accordo tra Azione di Carlo Calenda e il Movimento 5 Stelle per le elezioni regionali in Abruzzo emerge come un caso interessante.
Intervistato da Rainews, Calenda espone la sua visione pragmatista: l’accordo viene giustificato dalla presenza di un: “Bravo candidato presidente” focalizzato su temi strettamente regionali, una scelta che pone in secondo piano le divergenze nazionali con il Movimento 5 Stelle.
Carlo Calenda e l’alleanza con il Movimento 5 Stelle
Nonostante Calenda riconosca le distanze incolmabili con le posizioni di Giuseppe Conte, che etichetta: “Conte non è un progressista, è un populista“. Il leader di Azione sottolinea: “La competenza viene prima di tutto, altrimenti la politica non serve a niente, è il televoto del Festival di Sanremo“.
L’approccio del leader di Azione trova una sorta di contrappunto nelle parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che critica la corsa alle poltrone intrapresa da quello che definisce il “campo largo” della sinistra.
Critiche al “campo largo” di Schlein e Conte
Foti mette in evidenza: “Pur di provare a vincere si sono messi assieme Conte con Renzi, Elly Schlein, Fratoianni e persino Calenda. Questa sinistra non è in grado di portare avanti un’opposizione efficace” Questa alleanza, per Foti, ha come unico collante la conquista delle posizioni di potere, una critica che evidenzia la profonda sfiducia nelle capacità di gestione del territorio da parte delle opposizioni unite.
La situazione in Abruzzo, così come interpretata da Calenda e Foti, riflette le tensioni e le sfide del panorama politico italiano, dove la ricerca di una governance competente e focalizzata sui bisogni locali si scontra con le logiche di alleanza e le ambizioni di potere a livello nazionale.