Netanyahu e Israele stanno ragionando sullo scatenare o meno una risposta “molto violenta” all’Iran. Tre opzioni per gli attacchi.
Al netto del “consiglio” degli USA di non agire in risposta all’Iran, Israele e il premier Netanyahu stanno pensando a quale soluzione adottore. Una replica ci sarà ma resta da capirne la portata. Secondo i principali quotidiani di informazioni, potrebbero esserci ben tre opzioni per Tel Aviv.
Israele, tre opzioni per rispondere all’Iran
Se da una parte l’Iran avrebbe ritenuto chiusa la vicenda con Israele parlando di sua risposta all’attacco subito, dall’altra l’Idf non la pensa allo stesso modo e starebbe pensando a come agire.
Ci sarebbero ben tre opzioni per Netanyahu e co di replicare. Il primo obiettivo sarebbero le difese anti-aeree di Teheran.
Una seconda ipotesi potrebbe essere prendere di mira i siti atomici veri e propri. Una opzione complicata dato che essi sono stati costruiti a 80 metri di profondità. In questo caso servirebbero le bombe bunker buster da 13 tonnellate che non è detto siano in possesso di Israele.
Ad ogni modo i siti principali da colpire sarebbero quattro: Isfahan, Natanz, Fordo e Arak, con il primo più facile. A Isfahan – spiega Open – l’uranio viene convertito in esafluoruro di uranio per renderne più facile l’arricchimento.
Come ulteriore ipotesi, potrebbero esserci raid aerei contro le basi dei Guardiani della Rivoluzione o, in alternativa contro le industrie belliche o luoghi simbolici come il ministero della Difesa.
Non sono da escludere pure attacchi a Hezbollah.
L’attacco annullato
Da sottolineare come la strategia di Israele debba ancora essere decisa. In questo senso, il New York Times ha rivelato che Netanyahu avrebbe annullato un attacco di ritorsione immediato dopo essere stato dissuaso dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Ad ogni modo, come annunciato dallo stesso numero uno degli States, la Casa bianca non parteciperà alla reazione israeliana.