Anche Vittorio Feltri ha voluto commentare l’annunciata separazione tra la Rai e Amadeus. Il giornalista ha parlato nel suo editoriale.
Amadeus e la Rai hanno annunciato la fine della loro collaborazione durata tantissimi anni. Il conduttore e la tv di Stato si diranno addio al termine dell’attuale contratto con il presentatore che, verosimilmente, passerà a Discovery. Sull’argomento, anche Vittorio Feltri ha voluto dire la sua nel corso dell’ultimo editoriale per Il Giornale.
Feltri, il commento sull’addio di Amadeus alla Rai
Rispondendo, come di consueto, ai commenti di alcuni lettori, Feltri, nel suo editoriale, ha dato un parere sull’addio di Amadeus alla Rai.
La premesse del giornalista è che “a me non appassionano certe cronache dello spettacolo e quindi posso immaginare facilmente quanto siano infastiditi i lettori da questo continuo insistere sugli affari privati e professionali di Amadeus …]”.
Al netto di questa posizione, il giornalista ha spiegato che Amadeus “non ha fatto altro che compiere una scelta intelligente: ha firmato un contratto con il migliore offerente, cosa che io faccio da tutta la vita”.
Feltri ha sottolineato come, di fatto, anche lui nel corso della sua carriera giornalistica si sia spesso spostato: “Si dice tuttavia che il conduttore, che avrebbe fatto guadagnare in pochi anni alla Rai la bellezza di 100 milioni di euro di pubblicità, non abbia mollato il servizio pubblico per vantaggi economici, avendo la Rai stessa proposto compensi equivalenti a quelli garantiti da Discovery al fine di trattenere il presentatore. Pare insomma che egli abbia voluto cambiare aria e lo capisco. Io stesso sono passato da un giornale all’altro, perché ad un certo punto sorge in chiunque il desiderio di metamorfosi, cioè di mettersi alla prova in un altro ambiente, di accogliere altre sfide, di voltare pagina”.
Il ricambio e il riferimento a Berlusconi
Per il giornalista, quindi, il passaggio di Amadeus ad un’altra rete è una cosa normale che, per altro, capita spesso nell’ambiente. “Per quanto riguarda la Rai, faccio presente che lustri addietro nessuno voleva lasciarla, tanto che Silvio Berlusconi, quando fondò l’attuale Mediaset, ebbe difficoltà a reclutare tecnici e personaggi. Dovette partire da zero. Fu uno sforzo gigantesco. Con l’affermazione delle reti private, è naturale che si sia creato un sistema di concorrenza che è sempre più forte, un mercato dove acquistare persone dello show-business, mercato simile al calcio-mercato. Anche le cifre sono quasi assimilabili”.
In questo senso, Feltri ha concluso che non abbia senso mettersi in lutto “ogni volta che la Rai perde un presentatore o una presentatrice” perché “non mi pare la fine del mondo“.