I dettagli e i significati dei tatuaggi di Matteo Messina Denaro, rivelati durante le indagini. Un viaggio dietro il simbolismo del boss.
Durante la sua lunga latitanza, Matteo Messina Denaro, il boss mafioso noto per la sua elusività, ha marchiato la sua pelle con tre tatuaggi carichi di significato personale. Questi tatuaggi non sono solo decorazioni ma rappresentano vere e proprie confessioni di un percorso di vita nel crimine organizzato.
Le frasi e i simboli scelti da Messina Denaro
“Tra le selvagge tigri“, “Ad augusta per angusta” e “VIII X MCML, XXXI” sono le scritte scelte da Messina Denaro. Ognuna di queste esprime segmenti del suo vissuto e della sua filosofia personale. La frase “Ad augusta per angusta“, che si traduce come “Alla grandezza attraverso le difficoltà“, fu incisa sulla sua pelle nel 2012 e ha un significato particolarmente toccante poiché fu dedicata alla figlia nel momento del suo distacco.
Il tatuaggio con i numeri romani “VIII X MCML, XXXI“, che corrisponde all’8 ottobre 1981, rappresenta una data di profondo significato personale per il boss, legata a ricordi familiari e momenti chiave della sua vita. Questa data simboleggia un anniversario o un evento significativo che Messina Denaro ha voluto immortalare sulla sua pelle come un promemoria perpetuo.
Le rivelazioni dietro le indagini
“Il mio vissuto” è come il boss descrive i suoi tatuaggi durante le intercettazioni, sottolineando come essi siano lontani dall’essere una semplice moda. Con “Tra le selvagge tigri“, fatto circa sette-otto anni prima del suo arresto, il boss ha voluto probabilmente rappresentare la sua lotta per la sopravvivenza nel mondo brutale della mafia. Questo tatuaggio, insieme agli altri, racconta la storia di un uomo che vede nella sua pelle un diario personale.
Le indagini hanno portato alla luce non solo i significati dei tatuaggi ma anche altre identità false usate da Messina Denaro. Queste scoperte sono cruciali per delineare il profilo di un uomo che, nonostante fosse uno dei criminali più ricercati d’Italia, ha continuato a frequentare apertamente la città di Palermo, sfruttando complici fidati come Andrea Bonafede, recentemente condannato per favoreggiamento. Secondo quanto scritto da tg24.sky.it
