Babysitter di origine colombiana è sotto processo per violenza sessuale aggravata su bambine in una villa di lusso.
Nel 2022, all’interno di una lussuosa villa su una collina, vengono alla luce accuse di violenza sessuale da parte di un babysitter colombiano di 43 anni. Secondo quanto riportato da La Stampa, il Pubblico Ministero ha chiesto una condanna a quattro anni, basandosi su testimonianze di “carezze, sfioramenti e persino toccamenti nelle parti intime” delle bambine affidate alle cure dell’uomo .
Confessione del babysitter e fuga in Sudamerica
Come ripreso da lastampa.it, durante l’udienza, l’accusato ha letto una lettera di scuse rivolta alla famiglia delle vittime, dichiarando: “Chiedo scusa a tutta la vostra famiglia, anche se so benissimo che non servirà a molto e non potrà sanare quello che è successo“. Nonostante queste parole, il suo atto di fuga in Sudamerica solleva dubbi sulla sincerità del pentimento. L’imputato sostiene di non aver voluto sottrarsi alla giustizia, una dichiarazione messa in dubbio dal contesto della sua latitanza.
Gli abusi sono venuti a galla dopo che una delle bambine ha smesso di voler frequentare la casa dove avvenivano. La Stampa riporta che, grazie alle telecamere installate nella villa, sono stati registrati non solo alcuni abusi, ma anche la fuga dell’indagato, che è stato poi filmato mentre si dirigeva verso l’aeroporto per volare verso la Colombia.
Il ritorno e le conseguenze legali
Dopo un anno di latitanza, il baby sitter è tornato e si è consegnato alle autorità, cercando di chiarire la sua posizione. “Non sono voluto fuggire dalle mie responsabilità“, ha dichiarato al suo ritorno, una frase che La Stampa evidenzia per mostrare la complessità della sua narrazione.
Attraverso il caso esposto da La Stampa, emerge un quadro complicato di abuso e conseguente giustizia, ponendo interrogativi critici sulla protezione delle minori e l’integrità di coloro incaricati della loro cura.