Il ministro della Difesa, Guido Crosetto esorta i leader europei a focalizzarsi su un programma solido e meno sui nomi.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha recentemente lanciato un monito ai leader politici europei in un’intervista al Sole 24 Ore.
Secondo il ministro, questi momenti non richiedono: “Velocità, ma hanno bisogno di compattezza, hanno bisogno di ragionamento, hanno bisogno di profondità“.
Il ministro italiano preferisce non soffermarsi sui nomi in ballo, ma l’obiettivo principale dovrebbe essere la scelta di un programma per i prossimi anni.
L’intervento di Guido Crosetto
“Il tema non è, e non dovrebbe esserlo mai, in verità, nominalistico, cioè limitarsi a scegliere dei nomi, per quanto importanti o altisonanti possano essere. Il tema, mai come oggi, è scegliere il programma“, queste sono le parole del ministro della Difesa.
Come riportato da IlTempo.it, in una recente intervista, Crosetto ha affermato con decisione: “La cosa fondamentale è capire quale sarà il percorso che vogliamo far intraprendere all’Europa nei prossimi anni.”
Il ministro poi messo in luce alcune delle problematiche che l’Europa deve affrontare, che vanno dallo sviluppo economico e industriale alla sopravvivenza stessa del continente.
“In questi anni abbiamo trasformato l’Europa in un luogo dove non bisognava produrre, non bisognava inquinare e il solo dibattito ammesso era quello sui diritti. Sempre più diritti e sempre meno doveri.” ribatte.
La ricandidatura di Ursula von der Leyen
In merito alla possibile ricandidatura di Ursula von der Leyen, il ministro della Difesa ha preferito non esprimersi sui nomi specifici.
Guido Crosetto ha continuato sottolineando l’importanza di un progetto europeo condiviso. “Sui nomi preferisco non esprimermi, ma conta il progetto Europa. Vogliamo recuperare o no quel che abbiamo perso?“
Il ministro è tranquiilloo circa l’operato che svolgerà Giorgia Meloni: “Si batterà per la sostanza, ne sono certo. Poi, per carità, viviamo nei tempi in cui la sostanza conta poco e conta la forma”
Ha, dunque, concluso esprimendo la speranza che ci sia un approccio più serio e sostanziale nella gestione delle istituzioni europee, affermando: “Ci meritiamo di più e di meglio.“
