Arriva la nuova riforma delle pensioni, addio alla legge Fornero e benvenuta Quota 92: ecco tutte le novità.
Una proposta di riforma delle pensioni promette di rivoluzionare il sistema attuale, segnando la fine della legge Fornero.
Gli esperti dell’INPS e del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali hanno sviluppato un piano che garantirebbe maggiore flessibilità nel pensionamento.
Mantenendo al contempo l’equilibrio nei conti pubblici, essenziale per contenere la spesa previdenziale, prevista in crescita nei prossimi anni.
Che cos’è la nuova Quota 92
La proposta, come descritta da Quifinanza.it, si basa su un sistema che offre una finestra di pensionamento di circa dieci anni.
Chi ha accumulato almeno 25 anni di contributi potrà smettere di lavorare a partire dai 62 o 63 anni, fino ad un massimo di 72 anni.
Tuttavia, chi decide di andare in pensione prima dei 67 anni subirà una riduzione dell’assegno pensionistico.
Questo meccanismo premia invece chi sceglie di ritardare il pensionamento oltre i 67 anni, fino ai 72 anni.
La nuova proposta non si limita a offrire opzioni di flessibilità, come Opzione Donna o Quota 100, ma introduce un cambiamento strutturale.
Le novità della nuova riforma delle pensioni
Uno degli aspetti centrali della nuova riforma è garantire un assegno pensionistico minimo di 1,5 volte quello attuale, assicurando così una pensione dignitosa anche in caso di uscita anticipata.
Questo approccio mira a sostituire la legge Fornero e molte delle attuali opzioni di flessibilità, che negli anni hanno complicato il bilancio previdenziale.
La chiave della riforma rimane infatti la sostenibilità della spesa, un punto cruciale vista l’imminente ondata di pensionamenti della generazione nata negli anni ’60.
Tuttavia, l’orientamento del governo di Giorgia Meloni sembra essere verso soluzioni temporanee. Con la prossima legge di bilancio, l’Italia si trova di fronte a restrizioni di spesa significative, dovute al ritorno delle norme europee di sostenibilità del debito pubblico.
Dunque, la premier sta valutando l’introduzione della Quota 41, che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Accettando però una riduzione del 20% dell’assegno pensionistico.