Filippo Turetta, il padre chiede scusa: "Temevo si suicidasse"
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Filippo Turetta, il padre chiede scusa: “Disperato, temevo si suicidasse”

Giulia Cecchettin murales

Fa un passo indietro e spiega le sue ragioni il padre di Filippo Turetta dopo le intercettazioni del colloquio con il figlio.

Hanno fatto molto parlare le parole del padre di Filippo Turetta, Nicola, intercettate durante il primo colloquio con il figlio andato in scena a seguito dell’arresto del ragazzo per l’omicidio di GIulia Cecchettin. Le frasi dell’uomo hanno mosso diversi commenti e pareri e lo hanno portato, adesso, a fare un passo indietro con tanto di scuse e spiegazione.

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Giulia Cecchettin foto
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Il passo indietro del padre di Filippo Turetta

La disperazione e la paura hanno spinto il padre di Filippo Turetta, Nicola, a dire alcune frasi nel primo colloquio da lui avuto col figlio a seguito del suo arresto per l’omicidio di Giulia Cecchettin. L’uomo, intervistato dal Corriere della Sera, ha voluto giustificare e scusarsi per alcuni passaggi venuti a galla nelle scorse ore. “Non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista”. Sono queste, soprattutto, le frasi che maggiormente hanno colpito.

Ho detto tutte quelle fesserie. Ma non le pensavo assolutamente. Non sapevo come affrontare mio figlio. Ci avevano riferito che Filippo aveva tentato di togliersi la vita. In quelle settimane a Montorio c’erano stati altri 3 suicidi. Ci siamo trovati davanti a questo ragazzo di 21 anni, tremante, cosa dovevamo fare? Accusarlo di essere una persona orribile, un assassino che merita la morte? Non era quello il momento. Da genitore ho cercato di tenerlo in vita affinché scontasse la sua pena. Erano frasi senza senso, un disperato tentativo di un padre di evitare il suicidio del figlio. Chi non lo avrebbe fatto?”, ha commentato Nicola.

La disperazione e l’imbarazzo

Il padre di Turetta, in lacrime al telefono con il Corriere della Sera, ha poi aggiunto: “Non ho chiuso occhio stanotte. Sto malissimo. Non mi do pace per quelle frasi senza senso che ho rivolto in un momento di disperazione a mio figlio, durante il primo colloquio in carcere, non pensavo assolutamente quelle cose. Non credo affatto che i femminicidi siano giustificabili. Assurdo anche solo pensarlo. Non sono frasi da prendere in considerazione, ero, ripeto, confuso e disperato in quel momento”. Nelle battute finale dell’intervista il signor Nicola ha anche ammesso di sentire forte imbarazzo e che non direbbe più quelle parole.

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ultimo aggiornamento: 29 Luglio 2024 11:49

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