La Bce ha espresso alcune preoccupazioni sull’attuazione dei Pnrr da parte dei governi dell’Eurozona richiedendo maggiore efficacia.
Filtra preoccupazione da Bruxelles: nel corso di una riunione dello scorso luglio la Bce ha espresso alcuni timori sull’attuazione dei Pnrr da parte dei governi dell’Eurozona. In questo senso, i vertici della Banca Centrale Europea hanno sottolineato come i vari governi dovrebbero concentrarsi di più sulla loro efficacia.
I dubbi della Bce sul Pnrr
Filtra “preoccupazione” da Bruxelles per quanto riguarda l’attuazione dei Pnrr. Questo è quanto emerso dai verbali di una riunione che si è tenuta tra il 17 e il 18 luglio scorsi, quando i membri del board hanno espresso i loro timori per l’incertezza politica registrata in diversi Paesi. Con i governi che cambiano, infatti, “potrebbe esserci meno consolidamento fiscale di quello che ci si attende”. Secondo le informazioni che filtrano dai vertici della Bce, ci sarebbero alcune preoccupazioni soprattutto in merito al pericolo che si acuiscano le differenze tra i Paesi membri cosa che andrebbe ad aumentare la vulnerabilità dell’Eurozona in un momento economico ancora precario.
La riunione di settembre
Va sottolineato come per il mese di settembre sia prevista una riunione utile a fare le valutazioni necessarie per capire se rivedere o meno il livello di restrizioni delle politica monetaria: “Tale riunione dovrebbe essere affrontata con una mentalità aperta, il che implica anche che la dipendenza dai dati non equivale a un’eccessiva attenzione a singoli dati specifici. Infine, la politica dovrebbe continuare a basarsi sugli elementi consolidati della funzione di reazione”, le parole che si leggono nei verbali.
I banchieri centrali hanno anche sottolineato nel verbale come per il mese prossimo “saranno disponibili anche i dati per il secondo trimestre, tra cui crescita del Pil, le retribuzioni per dipendente, margini di profitto e produttività, insieme ad altre due pubblicazioni dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo, nonché indicatori monetari e indicatori soft più tempestivi per l’attività e la fiducia dei consumatori”.