Trump o Harris, la politica italiana si divide sulle elezioni americane, con Meloni e Tajani cauti, Salvini pro-Trump, e Pd e Avs.
Le prossime elezioni americane suscitano interesse non solo oltreoceano, ma anche in Italia, dove la politica si divide fra i sostenitori di Donald Trump e quelli di Kamala Harris. Nonostante l’ovvia prudenza istituzionale, le posizioni dei principali leader italiani sono ormai piuttosto chiare, con la destra più favorevole all’ex presidente e la sinistra schierata a favore dell’attuale vicepresidente di Biden. Lo scenario internazionale impone però cautela, soprattutto per chi riveste incarichi di governo.
Meloni e Tajani: cautela istituzionale ma occhio agli USA
Giorgia Meloni e Antonio Tajani rappresentano due figure centrali nel governo italiano. Entrambi mantengono una certa distanza istituzionale dai candidati americani, consapevoli della delicatezza di uno sbilanciamento politico. Come premier, Meloni ha evitato endorsement palesi, sebbene in passato abbia espresso simpatia per il Partito Repubblicano e per Trump stesso.
Tuttavia, con la sua posizione attuale, il focus è sulle relazioni diplomatiche, non su preferenze personali. Anche il suo rapporto con Elon Musk, imprenditore vicino a Trump, viene ridimensionato da Meloni come una connessione meramente professionale e non legata alla politica elettorale americana.
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, condivide questa impostazione. Con una lunga carriera in politica internazionale, Tajani è consapevole che esprimere apertamente un’opinione potrebbe risultare controproducente. La scelta della neutralità non solo rispetta la grammatica istituzionale. Ma preserva anche i rapporti futuri con il nuovo presidente degli Stati Uniti, chiunque esso sia.
Salvini, Schlein e Bonelli: posizioni opposte e toni più accesi su Harris e Trump
Dall’altro lato, Matteo Salvini si è dimostrato un tifoso dichiarato di Donald Trump. Secondo il leader della Lega, una nuova presidenza di Trump potrebbe addirittura favorire la pace in Ucraina e in Medio Oriente, visione che sottolinea come, per Salvini, la leadership americana possa giocare un ruolo importante nelle dinamiche geopolitiche.
A sinistra, invece, il sostegno è tutto per Kamala Harris. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sottolineato la sua preferenza per l’attuale vicepresidente, considerandola simbolo di un modello di società più equo e democratico, lontano dallo stile controverso di Trump. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra si è spinto oltre, criticando aspramente Trump per le sue politiche, che considera minacciose per i diritti civili e ambientali.
Tra le posizioni in bilico troviamo Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha mantenuto una visione neutrale. Conte ha espresso riserve sia su Trump che su Harris, indicando che indipendentemente dal risultato. Per l’Italia sarà importante mantenere un dialogo costruttivo con chi guiderà gli Stati Uniti.
Queste differenze tra i leader italiani riflettono una politica sempre più globalizzata, in cui anche le scelte elettorali americane possono influenzare strategie e alleanze a livello internazionale.