Il rapporto tra Meloni e Mattarella si fa sempre più teso. Tra divergenze sulle riforme e sulla politica estera, cosa succederà nei prossimi mesi.
Il rapporto tra Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, è sempre stato un terreno di sottile equilibrio, ma negli ultimi mesi le divergenze sembrano crescere. Se sul piano formale entrambe le figure si muovono in maniera impeccabile, è chiaro che esistono tensioni sotterranee che potrebbero minare la stabilità della legislatura.
Mattarella e Meloni: ecco perché i loro rapporti potrebbero rovinarsi
Uno degli episodi più emblematici di questa crescente frizione è rappresentato dalla riforma costituzionale.
Meloni ha messo al centro della sua agenda politica la riforma del premierato, un progetto che rafforzerebbe il potere del presidente del Consiglio a discapito del capo dello Stato.
Mattarella, pur non intervenendo esplicitamente contro la proposta, ha ribadito più volte la necessità di «limiti alle decisioni della maggioranza che non possano violare i diritti delle minoranze», così come riporta l’interessante editoriale di Domani firmato da Lorenzo Castellani.
La riforma, però, è ancora in stallo, con il governo che non riesce a trovare una soluzione condivisa sulla legge elettorale, mettendo a rischio l’attuazione della proposta.
Al centro delle tensioni vi è il timore di una politicizzazione delle istituzioni. Mattarella ha sempre difeso l’equilibrio tra i poteri, sottolineando l’importanza di non compromettere l’indipendenza della magistratura.
In particolare, il presidente della Repubblica ha più volte evidenziato i pericoli derivanti da un indebolimento della giurisdizione e delle nomine politiche.
Il tema della politica estera: divergenze con il governo Meloni
Anche sulla politica estera le divergenze tra Mattarella e Meloni sono evidenti. La premier ha adottato un atteggiamento filo-atlantico, soprattutto dopo la vittoria di Donald Trump.
Ha preso una posizione dura nei confronti della Cina, stralciando il memorandum sulla via della seta e bloccando investimenti cinesi.
Mattarella, invece, ha sempre puntato a mantenere un buon rapporto con le grandi potenze, in particolare con la Cina, cercando di preservare la cooperazione diplomatica e commerciale tra i due paesi. Un contrasto che si fa sempre più evidente, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi geopolitici.
L’equilibrio tra le istituzioni è a rischio
Sebbene le tensioni non siano mai sfociate in un conflitto aperto, è chiaro che la distanza tra i due palazzi sta crescendo. L’avvicinarsi della fine della legislatura potrebbe portare a una intensificazione dei contrasti, soprattutto se le riforme dovessero fallire o se la situazione politica si deteriorasse.
La vera domanda è se il governo riuscirà a evitare uno scontro istituzionale che potrebbe avere gravi ripercussioni sul futuro del paese.