Romano Prodi e Massimo Giannini analizzano l’impatto del ritorno di Donald Trump alla presidenza USA. Ecco cosa succede.
Donald Trump, al suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti, rappresenta un ritorno controverso sulla scena politica mondiale, secondo Romano Prodi e Massimo Giannini, autori di un libro-intervista che affronta il tema. Le tensioni sociali ed economiche interne agli Stati Uniti sono state decisive nella vittoria dell’ex presidente.
L’elezione di Trump: cause e implicazioni
Romano Prodi, nell’inserto di La Repubblica che anticipa i contenuti del libro-intervista realizzato con Massimo Giannini, spiega che «tra le tante ragioni per le quali gli americani lo hanno votato, l’idea del ‘macho’ è quella prevalente. È il riflesso della frustrazione americana, delle divisioni e delle fratture sociali della nazione che si affida a quello che le sembra il più forte e il più capace di ricomporle una volta per tutte».
L’ex premier sottolinea inoltre che «il problema vero è che la maggioranza degli americani ha ritenuto che l’amministrazione Biden non abbia fatto quello che doveva per difendere i loro portafogli dal carovita». A Biden vengono attribuite anche colpe per il «sostanziale fallimento delle politiche sulla sicurezza interna, sul ruolo internazionale degli Stati Uniti e sull’immigrazione».
Prodi: conseguenze economiche e geopolitiche
Secondo Prodi, le politiche economiche protezionistiche di Trump rischiano di avere effetti devastanti sull’economia globale. L’innalzamento delle tariffe doganali peserà sulle famiglie americane, con un costo stimato in 2.600 dollari all’anno, ma ci sono implicazioni ancora più gravi. Prodi avverte: «La politica di chiusura sarà imitata da tutti i Paesi che sono in concorrenza con gli Stati Uniti. Ne conseguirà una ovvia decrescita dell’economia mondiale. Se davvero perseguisse il programma che ha annunciato, Trump graverà la nazione di un deficit aggiuntivo dell’incredibile cifra di quasi sei trilioni di dollari in dieci anni».
Sul fronte geopolitico, Prodi prevede che «Trump, da solo, non riuscirà a far finire le guerre. Ma a mio parere è pressoché certo un aiuto più massiccio a Israele e una forte riduzione dell’aiuto all’Ucraina». L’ex premier sottolinea anche che l’approccio di Trump rappresenta una minaccia per la stabilità europea, affermando: «Dovrebbe aiutare l’Europa a crescere, invece di frammentarla ancora di più. L’America è cambiata profondamente. Trump l’ha deviata e snaturata, e io sono convintissimo che l’incompatibilità di questa sua politica farà danni non solo al resto del mondo. Ma anche e soprattutto agli Stati Uniti».
Le riflessioni di Romano Prodi e Massimo Giannini, anticipate nell’inserto di La Repubblica, offrono un’analisi lucida e critica sul ritorno di Donald Trump. Le loro osservazioni evidenziano i rischi di un mandato presidenziale che, tra incertezze economiche e scelte geopolitiche discutibili. Potrebbe minare la stabilità della democrazia e della cooperazione internazionale.