Giorgia Meloni parla della violenza sulle donne, legando sicurezza e immigrazione. Focus su leggi, cultura e politiche per la parità di genere.
Nella Giornata Nazionale contro la violenza sulle donne, la premier Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista a Donna Moderna, affrontando temi cruciali come la sicurezza, l’immigrazione illegale e le politiche di genere. Un dialogo che mette in luce le priorità del governo e le sfide ancora aperte in Italia.
Il legame tra immigrazione e violenze: il punto di Meloni
Meloni ha sottolineato come il contrasto all’immigrazione illegale di massa sia una delle priorità del suo esecutivo. “Adesso verrò definita razzista, ma c’è un’incidenza maggiore, purtroppo nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente”, ha dichiarato, evidenziando che la mancanza di risorse tra gli immigrati può generare dinamiche degenerative.
Per affrontare questa problematica, Meloni ha ribadito l’importanza di rafforzare le forze dell’ordine e garantire la certezza della pena.
Tuttavia, ha anche evidenziato che “la dimensione culturale c’entra di meno” in questo contesto, insistendo sulla necessità di soluzioni di tipo securitario.
Le leggi contro i femminicidi ci sono, ma manca il dibattito
Per la presidente del Consiglio, le normative e i fondi per combattere la violenza sulle donne sono già presenti. Tuttavia, il fenomeno rimane immutato: “Le norme non mancano, gli strumenti non mancano, dedichiamo delle risorse alla materia, forse il dibattito non è sufficiente”.
Meloni ha posto l’accento sulla necessità di un’analisi più profonda delle cause culturali alla base della violenza.
“Se non capiamo un fenomeno che rimane immutato nonostante l’evoluzione della società, non saremo efficaci nella soluzione”, ha aggiunto, citando come esempio il film di Paola Cortellesi, che racconta una realtà in cui la violenza sulle donne era socialmente accettata.
Occupazione femminile e politiche familiari
La chiave per raggiungere la parità, secondo Meloni, risiede nella possibilità delle donne di scegliere e realizzarsi.
Il governo ha introdotto incentivi all’assunzione femminile, potenziato l’assegno unico e aumentato la retribuzione del congedo parentale all’80%.
Meloni ha poi affrontato il tema del congedo di paternità obbligatorio, esprimendo una posizione contraria. “Non so quanto lo possiamo risolvere con un obbligo. Preferisco lavorare sulla dimensione culturale, per rendere il congedo parentale una scelta condivisa nella famiglia”.
La premier ha ribadito la necessità di affrontare il problema della violenza sulle donne in modo culturale e trasversale, coinvolgendo tutte le parti sociali. “Non ha senso dividersi, dovremmo sederci attorno a un tavolo e interrogarci. Se ci chiudiamo dietro agli stereotipi, temo che non faremo il lavoro di approfondimento necessario”.