Durante una telefonata, Meloni ribadisce a Zelensky il sostegno a Kiev e annuncia l’impegno per la Ukraine Recovery Conference 2025 a Roma.
In giorni caratterizzati da , il premier italiano Giorgia Meloni ha riaffermato l’impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina durante una telefonata con il presidente Volodymyr Zelensky, avvenuta il 6 dicembre. Ecco cosa si sono detti.
La telefonata tra Meloni e Zelensky: cosa si sono detti
Durante il colloquio, riportato da Il Tempo e Romasette.it, la premier Giorgia Meloni ha espresso nuovamente la ferma posizione dell’Italia accanto al popolo ucraino.
Sottolineando che l’impegno non si limita al sostegno militare e diplomatico, ma abbraccia anche la dimensione umanitaria ed economica. Come riportato da Palazzo Chigi, il premier ha dichiarato che “assicura e continuerà ad assicurare all’Ucraina e al popolo ucraino, con l’obiettivo di costruire una pace giusta“.
Tale posizione è stata ribadita anche in vista delle prossime iniziative diplomatiche europee, tra cui il Consiglio Europeo. La premier italiana, infatti, ha discusso con Zelensky le strategie per intensificare gli sforzi diplomatici e coordinare le azioni della comunità internazionale.
Verso la Ukraine Recovery Conference di Roma
Un altro tema centrale della telefonata è stato l’impegno italiano nell’organizzazione della Ukraine Recovery Conference, prevista per il 2025 a Roma.
Questo evento rappresenterà un momento cruciale per pianificare la ricostruzione dell’Ucraina dopo il conflitto. Coinvolgendo non solo i leader internazionali ma anche il settore privato e le organizzazioni umanitarie.
Tralasciando la chiamata tra i due leader, il conflitto in Ucraina è arrivato al giorno 1.017. Secondo fonti ufficiali di Kiev, ci sarebbe una “possibilità” di un incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Parigi sabato, in occasione della cerimonia per la riapertura di Notre-Dame.
Intanto, aggiunge Tgcom24, il presidente del Cremilono Vladimir Putin lancia un monito: “La politica irresponsabile dell’Occidente sta spingendo il mondo sull’orlo di un conflitto globale“.
