La verità sui video scandalosi quanto “miracolosi” che, per essere credibili, sfruttavano anche il nome di Giorgia Meloni.
Sembra, per il momento, aver trovato fine la difficile situazione legata ad alcuni video scandalosi con il volto di personaggi famosi che promettevano dei “miracoli” a livello finanziario. La Consob, infatti, è intervenuta con uno stop ad alcuni siti che pubblicizzavano investimenti anche utilizzando il nome della Premier Giorgia Meloni promettendo oltre 40mila euro a fronte di un iniziale apporto di capitale pari a 250 euro.
Video falsi investimenti con Giorgia Meloni: cosa è successo
Investire 250 euro e riceverne poco dopo 40mila. Era, di fatto, questo il senso di alcuni video falsi che venivano pubblicizzati anche sui social sfruttando nomi di personaggi noti come Giorgia Meloni e persino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Tali filmati, come spiegato bene anche dall’Ansa, erano chiaramente dei fake, realizzati con una voce trattata con l’intelligenza artificiale che si sincronizzava con il movimento delle labbra. Purtroppo, qualche sbadato utente, ci cascava.
Da qui l’intervento della Consob che ha provveduto ad oscurare due siti web che “facevano impropriamente leva sulla notorietà di esponenti di primo piano del mondo istituzionale italiano, come la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nonché sull’immagine di un marchio ben riconoscibile come quello dell’Eni”.
I dati sulle truffe
Sulla vicenda, si era mosso in prima persona anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che, la scorsa settimana, era partito all’attacco dopo che un suo contatto, ingannato da un finto post del ministro, era cascato nella truffa. In quella circastanza, Meta aveva cancellato il post segnalato dal ministro della Difesa.
Secondo quanto si apprende dai dati recenti delle autorità di polizia e vigilanza, nell’ultimo anno è stato registrato un aumento del 12% delle truffe finanziarie e di quelle relative al trading on line: più di 3.400. Si tratta di una cifra record, per un giro d’affari illegale di oltre 110 milioni.