Putin e il debito nascosto per finanziare la guerra in Ucraina
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Direttore: Alessandro Plateroti

Putin e il debito nascosto per finanziare la guerra in Ucraina

Vladimir Putin

La Russia di Putin finanzia la guerra in Ucraina con un debito nascosto e crescenti tensioni economiche. Ecco la verità.

Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, la Russia ha intrapreso una guerra non solo sul campo, ma anche sul fronte economico. Nonostante un’apparente stabilità nei conti pubblici, il governo russo sembra sostenere lo sforzo bellico attraverso un massiccio debito fuori bilancio, nascosto nei meandri del sistema bancario privato.

Vladimir Putin
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Il debito nascosto: la strategia economica di Putin

Il quadro economico della Russia presenta delle anomalie: il deficit pubblico si mantiene basso, intorno all’1,9% del PIL nel 2024, nonostante il budget militare e di sicurezza sia cresciuto fino a raggiungere circa l’8% del PIL. Tuttavia, Craig Kennedy, economista ed esperto dell’economia russa, ha evidenziato che questo equilibrio apparente è sostenuto da un incremento del debito aziendale, obbligatoriamente imposto dal governo alle banche commerciali russe per finanziare le imprese legate alla guerra.

Dal 2022, l’indebitamento delle aziende in Russia è aumentato del 71%, pari a circa 415 miliardi di dollari. Di questa cifra, più della metà è direttamente collegata all’economia di guerra. Il debito supplementare imposto alle banche vale ora il 10% del PIL, causando fragilità nel sistema finanziario privato e mettendo in discussione la sostenibilità economica della guerra.

Tensioni interne: banche e oligarchi contro Nabiullina

Le tensioni interne nel sistema economico russo stanno aumentando. Elvira Nabiullina, governatrice della Banca di Russia, ha reagito all’inflazione crescente (superiore al 10%) con un drastico aumento dei tassi di interesse, arrivati al 21%. Questa misura, mirata a contenere l’inflazione, ha però creato attriti con gli oligarchi vicini al Cremlino.

Grandi industriali come Sergei Chemezov (Rostec) e Alexei Mordashov (Severstal) criticano pubblicamente Nabiullina, preoccupati che i costi elevati del credito possano soffocare il settore industriale già indebitato. Molte aziende legate all’economia di guerra sono ora definite “zombie”: sopravvivono grazie a prestiti forzati, ma non generano abbastanza entrate per ripagarli.

Putin si trova così di fronte a un dilemma: continuare la guerra significa aggravare la fragilità economica della Russia, mentre fermarla potrebbe portare al fallimento di molte imprese strategiche, destabilizzando ulteriormente il sistema economico e politico.

La guerra in Ucraina non sta solo ridisegnando le dinamiche geopolitiche, ma sta anche consumando lentamente la solidità finanziaria della Russia. La situazione economica del Paese, apparentemente sotto controllo, nasconde fragilità profonde che potrebbero emergere nei prossimi anni.

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ultimo aggiornamento: 16 Gennaio 2025 9:10

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