Giorgia Meloni: perché la politica estera di Trump piace alla premier
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Direttore: Alessandro Plateroti

Giorgia Meloni tace: il dietro le quinte su cosa accade

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni mantiene il silenzio su Gaza e altre crisi internazionali, ma la sua strategia sembra allinearsi con la visione di Trump.

Negli ultimi giorni, il dibattito sulla politica estera italiana si è intensificato, soprattutto in relazione agli sviluppi della crisi in Gaza e alle posizioni assunte dai principali leader mondiali, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riaffermato l’adesione dell’Italia alla soluzione dei “due popoli, due Stati”, la premier Giorgia Meloni ha scelto una linea di silenzio. Un atteggiamento che non è passato inosservato e che sembra avere motivazioni precise.

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Trump e la geopolitica: una strategia che interessa anche Roma

L’apparente distacco della premier dalle polemiche internazionali non è casuale: arriva in un momento in cui il governo italiano è già sotto pressione per le tensioni interne legate al caso Almasri e alla gestione dei migranti. Ma dietro questa prudenza si cela una riflessione più ampia: la politica estera di Donald Trump, spesso criticata come imprevedibile, sta mostrando effetti concreti che potrebbero rientrare anche nelle strategie del governo italiano.

L’ex presidente USA ha sempre adottato un approccio non convenzionale, spesso accolto con scetticismo dagli analisti internazionali. Tuttavia, alcune sue mosse si sono rivelate decisive:

  • La proposta di annettere la Groenlandia, pur scartata, ha costretto la Danimarca a rafforzare la sicurezza nell’Artico contro l’influenza russa e cinese.
  • La pressione su Panama ha contribuito all’uscita dello Stato centroamericano dalla Via della Seta cinese, favorendo Washington.
  • I dazi su Messico e Canada hanno spinto entrambi i Paesi a collaborare più attivamente nella lotta all’immigrazione illegale e al traffico di fentanyl.
  • Sul fronte dell’OMS, il ritiro degli USA potrebbe trasformarsi in una leva per riportare l’agenzia sotto un’influenza occidentale, riducendo il peso cinese.

Alla luce di queste dinamiche, la prudenza di Meloni su Gaza potrebbe essere un segnale di attesa: il progetto trumpiano di trasformare la Striscia in una riviera residenziale con il trasferimento di due milioni di palestinesi in Giordania ed Egitto è controverso, ma potrebbe portare alla normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Stati arabi moderati.

Meloni tra Trump e Musk: la difficile ricerca dell’equilibrio

Se l’asse con Trump sembra consolidarsi su alcuni punti strategici, la posizione di Meloni su un altro attore della destra internazionale è più incerta: Elon Musk. Il miliardario ha lanciato il progetto MEGA (Make Europe Great Again) per sostenere i movimenti sovranisti in Europa, ma la premier italiana non appare entusiasta.

Se da un lato apprezza il Musk imprenditore e la sua difesa della libertà di espressione su X, dall’altro non sembra convinta della sua capacità di modellare una nuova destra europea. Il rischio? Perdere autonomia e finire schiacciata in una strategia politica dettata da attori esterni.

Meloni, dunque, mantiene il suo silenzio strategico su Gaza e non solo. Un’attesa che le permette di non esporsi troppo presto, evitando di prendere posizioni che potrebbero rivelarsi un boomerang politico. Ma una cosa è chiara: la sua attenzione alla politica estera di Trump non è casuale.

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ultimo aggiornamento: 8 Febbraio 2025 12:53

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