L’udienza per la semilibertà di Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, è stata rinviata. I dettagli.
Il naufragio della Costa Concordia è stato uno degli incidenti marittimi più drammatici degli ultimi decenni. Nella notte del 12 gennaio 2012, la nave da crociera, con oltre 4.000 persone a bordo, urtò uno scoglio vicino all’Isola del Giglio, causando un inclinamento che rese impossibile l’evacuazione ordinata dei passeggeri.

Una tragedia che ha segnato la storia della navigazione
Il bilancio finale fu tragico: 32 vittime e oltre 100 feriti. Nei giorni e nei mesi successivi, il caso divenne di rilevanza mondiale. Con indagini, ricostruzioni e polemiche che coinvolsero il comandante della nave, Francesco Schettino, accusato di gravi responsabilità.
La vicenda si aggravò ulteriormente con la pubblicazione della famosa telefonata tra Schettino e il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco, in cui quest’ultimo ordinava con fermezza: “Vada a bordo, cazzo!”. Questa frase diventò un simbolo della tragedia e delle responsabilità attribuite all’ex comandante.
Condanna definitiva e richieste di benefici carcerari
Dopo un lungo processo, nel 2017, la Cassazione ha confermato la condanna di Francesco Schettino a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave. L’ex comandante è attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia, dove negli anni ha ottenuto alcuni permessi premio e un impiego nella digitalizzazione di documenti all’interno della struttura penitenziaria.
Negli ultimi mesi, i suoi legali hanno presentato richiesta per la semilibertà, un regime che gli permetterebbe di uscire dal carcere per lavorare durante il giorno e rientrare la sera. Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha deciso di rinviare l’udienza, fissandola per l’8 aprile 2025. Il tutto come riportato da affaritaliani.it
La decisione è stata presa per permettere ulteriori approfondimenti sulla condotta del detenuto e sulle condizioni che potrebbero giustificare la concessione del beneficio. Si tratta di un passaggio cruciale per il futuro dell’ex comandante. Che spera in una graduale reintegrazione nella società dopo più di sette anni di carcere.