La premier Giorgia Meloni, durante il vertice dei “volenterosi”, ha escluso l’invio di truppe italiane in Ucraina.
Nel complesso scenario internazionale, la questione dell’invio di truppe europee in Ucraina ha generato un acceso dibattito tra gli alleati occidentali, tra cui Giorgia Meloni. Da un lato, alcuni Paesi ritengono necessario un maggiore impegno sul campo per sostenere Kiev, dall’altro vi sono timori sulle possibili conseguenze di un’escalation diretta con la Russia.

Il vertice dei “volenterosi” e la posizione dell’Italia
In questo contesto si è svolto il vertice dei cosiddetti Paesi “volenterosi”, convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer in videoconferenza. L’incontro, a cui hanno partecipato diversi leader europei, ha avuto l’obiettivo di discutere il sostegno all’Ucraina e le prospettive per una soluzione diplomatica al conflitto.
Fino all’ultimo, la presenza della premier italiana Giorgia Meloni non era certa, ma alla fine la presidente del Consiglio ha deciso di collegarsi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Meloni avrebbe ricevuto rassicurazioni sui temi trattati durante il vertice, accettando così di partecipare.
Durante l’incontro, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia, sottolineando che “l’invio di truppe europee in Ucraina sarebbe una soluzione molto complicata e poco efficace” e che l’Italia non condivide questa ipotesi. La premier ha inoltre evidenziato che “una forza di interposizione da schierare lungo la frontiera della guerra dovrebbe essere formata solo da Stati neutrali e non dalle nazioni che hanno inviato aiuti, anche militari, all’Ucraina”.
Il ruolo degli Stati Uniti e la fiducia nella mediazione di Trump
Uno degli aspetti più rilevanti del vertice è stato il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti e sulla necessità di un coinvolgimento diretto della Casa Bianca nei negoziati. La premier ha infatti espresso la sua preoccupazione che le iniziative di Francia e Regno Unito possano “spaccare il fronte occidentale” e allontanare Washington, in un momento in cui l’unità tra alleati viene considerata fondamentale.
Secondo Meloni, la strategia da seguire deve prevedere il “pieno coinvolgimento della Casa Bianca, che rimane decisivo sia per le trattative tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin, sia per garantire successivamente la deterrenza”.
Non a caso, la premier avrebbe in programma una possibile missione alla Casa Bianca dopo il Consiglio europeo del 21 e 22 marzo, per discutere direttamente con l’amministrazione statunitense del futuro del conflitto e delle garanzie di sicurezza per Kiev.
In serata, da Palazzo Chigi è stato inoltre reso noto che Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman. Secondo quanto dichiarato ufficialmente, i due leader hanno discusso “delle iniziative in corso e dell’impegno condiviso per una pace giusta e duratura in Ucraina”, a seguito degli incontri di Gedda e del vertice con Starmer.
La posizione dell’Italia rimane dunque chiara: no all’invio di truppe in Ucraina, ma pieno sostegno alle iniziative diplomatiche per un cessate il fuoco, con la speranza che la mediazione statunitense possa portare a una soluzione negoziata.