Stefano Cappellini attacca duramente Travaglio e Orsini: le critiche alla manifestazione per la pace del M5S.
Stefano Cappellini, vicedirettore di Repubblica, lancia un attacco frontale a Marco Travaglio e Alessandro Orsini, accusandoli di rappresentare il volto mediatico del filoputinismo in Italia. Il vicedirettore si rifiuta di partecipare alla piazza del M5S definendola una “messa laica del putinismo utile“. Un dissing che arriva mentre Travaglio, a sua volta, si scaglia contro Giorgia Meloni citando perfino Berlusconi.
L’attacco alla manifestazione in piazza del M5S
Stefano Cappellini, come ripotato da Mowmag, non lascia spazio a interpretazioni: “Non ci sarò in una piazza dove l’invasione dell’Ucraina viene derubricata a fake news“. Il riferimento diretto è a chi, come Marco Travaglio e Alessandro Orsini, secondo il giornalista, ha contribuito a diffondere un racconto distorto del conflitto.
La critica si fa più tagliente quando ricorda le posizioni assunte prima e dopo il 24 febbraio 2022. “Marco Travaglio dodici ore prima dell’invasione scriveva che era una fake news americana“, aggiungendo che le stesse parole le usava il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov. Il giornalista condanna apertamente quella che definisce una “messa laica del putinismo utile“. Dove si relativizzano le colpe della Russia e si accusa l’Occidente, l’Unione europea e in particolare Ursula von der Leyen di essere i veri responsabili del conflitto.
Il dissing contro Travaglio e Orsini
Oltre a Travaglio, Stefano Cappellini punta il dito contro Alessandro Orsini, ironizzando sulle sue fonti: “Fonda le sue tesi sulle mail che le mamme di Mariupol gli scrivevano per scongiurare la fine del conflitto, ovvero l’immediata resa dell’Ucraina”. Anche Manlio Di Stefano non viene risparmiato: “Col M5S andava in gita ufficiale al congresso di Russia Unita, non certo per sbaglio“.
Il dissing prosegue senza mezzi termini: “Proverei ribrezzo a trovarmi vicino a chi considera i morti di Bucha una messinscena” o chi reputa “la strage al teatro di Mariupol un’invenzione dei media occidentali“.
