Nell’intervista a «Il Messaggero», Matteo Renzi rivela il lato umano e l’impatto spirituale di Papa Francesco.
Nel dibattito pubblico, specialmente in Italia, è difficile sfuggire alle classificazioni ideologiche, questo Matteo Renzi lo sa. Ma ci sono figure che, per carisma e missione, sfuggono a queste griglie. Papa Francesco è una di queste. Nonostante sia stato spesso indicato come una figura progressista, le parole di Matteo Renzi suggeriscono una realtà molto più sfaccettata.

Un Papa fuori dagli schemi politici
«Etichettare il Papa come uomo di sinistra è la classica frase superficiale di chi vive di slogan. Papa Francesco non era né di sinistra, né di destra: era Papa Bergoglio. Punto. E come tale aveva le sue idee.» Questo giudizio netto si accompagna a un racconto di momenti cruciali, come l’intervento del Papa a Strasburgo nel 2014, che Renzi ricorda con profonda gratitudine: «Quel suo discorso potente diventa un assist straordinario, in un momento di difficoltà profonda.»
E ancora, l’annuncio del Giubileo straordinario, accolto inizialmente con preoccupazione dal governo: «Ci fece molto preoccupare… era un Giubileo straordinario ma annunciato con pochissimo preavviso e quello fu un anno terribile per la sicurezza internazionale.»
Un rapporto personale fatto di piccoli gesti
Le vere rivelazioni, però, emergono quando Renzi parla del lato umano del Papa. Episodi di vita familiare, incontri informali, e un legame che si è rafforzato con il tempo, anche dopo la sua uscita dalla scena politica principale.
«L’umanità del Papa la vedevi soprattutto nelle piccole cose, nell’andare incontro, nel farsi prossimo agli altri.» Questo approccio pastorale ha colpito profondamente Renzi, come dimostra anche il racconto della lettera ricevuta dopo la sconfitta al Referendum del 2016: «Mi scrisse una bellissima lettera a mano… Era una lettera da padre che ti sta vicino nel momento di difficoltà anche se iniziava con la scritta ‘Carissimo fratello’.»
Nel ricordo dell’ultimo incontro, c’è un momento di leggerezza, ma anche un riferimento costante all’impegno del Papa sui grandi temi: «Siamo entrati e mi ha detto “Sei ancora vivo eh”. Non ho fatto in tempo a rispondergli che mi ha detto “Anche io, guarda”.»
La chiave di lettura finale si ritrova nelle parole dello stesso Renzi, che riflettono la complessità e la grandezza spirituale del pontificato di Francesco: «Ridurlo a icona del progressismo contemporaneo è un’operazione banale e noiosa.» Un giudizio che ci invita a riscoprire il Papa non come simbolo politico, ma come uomo di fede capace di toccare le vite, al di là di ogni ideologia.