Al vertice Cotec di Coimbra, Mario Draghi e Sergio Mattarella lanciano un appello urgente all’Europa: cosa hanno detto.
Al vertice Cotec di Coimbra, Mario Draghi e Sergio Mattarella hanno lanciato un messaggio d’allarme sul futuro dell’Unione Europea. Le dichiarazioni, come riportato dall’Ansa, si concentrano sul rischio di un indebolimento strutturale dell’Europa – complice anche i dazi di Donald Trump – e sulla necessità di riforme profonde per salvaguardarne competitività e stabilità. Nelle scorse settimane, inoltre, è stato notato uno strano gelo tra Giuseppe Conte e Draghi. Ecco le dichiarazioni di Draghi e Mattarella.

Il presidente Sergio Mattarella invita all’azione
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ribadito la necessità di un’azione urgente da parte dell’Unione Europea. Nel suo intervento, ha ricordato che la competitività è oggi “in cima all’agenda dei governi europei e delle istituzioni comunitarie” e ha sottolineato che progredire in questo ambito è “condizione indispensabile all’ulteriore approfondimento del progetto d’integrazione continentale“.
Ha definito il Simposio “un appello all’azione di grande attualità” e ha affermato che “è infatti urgente, direi prioritario, che l’Europa agisca, perché stare fermi non è più un’opzione“.
L’allarme di Mario Draghi e il riferimento ai dazi
Nel suo intervento, Mario Draghi ha espresso forte preoccupazione per l’attuale stato del commercio internazionale. “Con i dazi siamo al punto di rottura“, ha dichiarato, spiegando che le tensioni globali sono solo l’ultima fase di un deterioramento in corso da anni.
Secondo l’ex premier, l’uso crescente di azioni unilaterali per dirimere dispute commerciali e il “definitivo esautoramento del Wto” hanno compromesso l’ordine multilaterale in modo quasi irreversibile. Ha evidenziato che le difficoltà europee non nascono solo dal contesto internazionale, ma anche da “frammentazioni politiche interne e la crescita debole“.
Ha poi richiamato l’attenzione sulle nuove regole fiscali dell’Ue e sull’attivazione della “clausola di salvaguardia” per permettere un incremento delle spese per la difesa. Tuttavia, ha osservato che “finora solo 5 dei 17 Paesi dell’area dell’euro – che rappresentano circa il 50% del Pil – hanno optato per un periodo di aggiustamento prolungato“. In tale quadro, ha sottolineato l’importanza del debito comune europeo, definendolo “una componente chiave della tabella di marcia“.