"Non è genocidio": Liliana Segre risponde a David Grossman
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“Non è genocidio”: Liliana Segre rompe il silenzio su una verità scomoda

Liliana Segre

Liliana Segre interviene sul conflitto in Medio Oriente e contesta l’uso del termine genocidio, rispondendo all’intervista dello scrittore David Grossman.

Mentre a Gaza si continua a morire e 21 palestinesi vengono uccisi durante un attacco, a intervenire è Liliana Segre, senatrice a vita, che sceglie di rispondere alle parole dello scrittore israeliano David Grossman. Lo scrittore ha parlato di “genocidio“, ma Segre contesta apertamente l’uso di questo termine in un’intervista a Repubblica, riportata da Adnkronos.

Liliana Segre

L’uso errato del termine “genocidio” secondo Liliana Segre

Liliana Segre si oppone con decisione all’uso del termine “genocidio” riferito al conflitto in corso. Lo fa partendo da una considerazione chiara in un’intervista a Repubblica: “Mi sono sempre opposta e continuo ad oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo“. Secondo la senatrice, definire in questo modo le azioni di Israele significa spostare il dibattito “inventando una sorta di contrappasso senza senso“.

Individua in questa scelta linguistica un tentativo di scaricare sull’oggi una colpa che appartiene al passato: “È uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell’Europa (…), un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell’Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo“.

Il motivo dietro il silenzio degli ultimi mesi

La senatrice a vita spiega che, pur avendo scelto il silenzio per mesi – “Non faccio dichiarazioni da mesi perché mi sono chiusa nella mia amarezza smisurata per ciò che vedo nei telegiornali” – ha sentito la necessità di intervenire dopo l’intervista di David Grossman. Le sue parole, dice Liliana Segre, contengono un avvertimento importante: “Siamo abbastanza forti per resistere ai germi del genocidio?“. Riflessioni che lei definisce “pienamente condivisibili“.

Tuttavia, il suo messaggio è anche un invito all’equilibrio: “Se in Israele il problema è quello di arrestarsi sull’orlo dell’abisso, qui in Europa il problema è duplice: aiutare israeliani e palestinesi che in quell’abisso rischiano di sprofondare, ma al tempo stesso non far dilagare qui la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull’altro dei due fronti più estremi sta producendo“.

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ultimo aggiornamento: 2 Agosto 2025 10:10

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