Giorgia Meloni replica duramente a mons. Perego e alla CEI: “Non mascheriamo l’intento di far rispettare le leggi”.
Il dibattito sulla gestione dei flussi migratori ha raggiunto nuove vette di tensione, con un confronto serrato tra la presidenza del Consiglio e la Conferenza Episcopale Italiana, che ha scatenato un “problema” per Giorgia Meloni. Le dichiarazioni di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione CEI e della fondazione Migrantes, hanno sollevato un’ondata di reazioni politiche e istituzionali. Al centro, la gestione dei centri per migranti in Albania e la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Mons. Perego ha definito le strutture in Albania “uno spreco di risorse impressionante”, criticando “il balletto di decreti e di leggi per utilizzare come hub, come centri di accoglienza e come CPR le strutture costose realizzate in Albania”. Secondo lui, tale approccio si concluderebbe con “questa dichiarazione della Corte europea che ormai non lascia margini ad altre, subdole manovre per allontanare il dramma di migranti in fuga dai nostri occhi e dalla nostra responsabilità costituzionale”. Come scritto da ilgiornale.it

Meloni replica: “Non mascheriamo l’intento di far rispettare le leggi dello Stato”
La risposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si è fatta attendere. Intervistata dal Corriere della Sera, ha replicato con fermezza: “La politica migratoria del Governo non è subdola. Subdolo, vocabolario alla mano, è chi maschera con altre apparenze intenti non lodevoli. Noi non mascheriamo l’intento di combattere le organizzazioni criminali o di far rispettare le leggi dello Stato italiano, obiettivi che consideriamo lodevoli. Subdoli sono ben altri comportamenti. Quindi respingo con fermezza le accuse di monsignor Perego e consiglio di avere maggiore prudenza nell’uso delle parole”.
Corte UE, Von der Leyen e giudici: reazioni incrociate
Nel frattempo, la Lega ha colto l’occasione per attaccare frontalmente l’operato della Commissione Europea. In una nota diffusa alla stampa ha dichiarato: “La decisione della Corte di Giustizia europea conferma l’assalto delle toghe rosse ai nostri confini, sia in Italia che all’estero. Non ci arrenderemo mai, siamo pronti a dare battaglia e in autunno i Patrioti presenteranno una mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen, incapace di tutelare il Vecchio continente e l’Italia in particolare. Non solo sull’immigrazione ma su troppi dossier a partire dal folle green deal che non aiuta l’ambiente ma danneggia famiglie e imprese”.
Dall’altro lato, la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano ha ribadito l’importanza del controllo giurisdizionale, affermando a La Repubblica: “Il giudice ha il dovere di verificare la legittimità della designazione, che è illegittima se il Paese non è sicuro per tutti, anche per le minoranze. Se per alcune categorie di persone il Paese non è sicuro non può essere designato Paese di origine sicura”. Ha poi aggiunto: “Si voleva strumentalizzare politicamente queste decisioni sostenendo che erano in contrapposizione al governo. Ci sono state interrogazioni parlamentari, siamo stati chiamati eversivi in parlamento”. Il tutto come scritto da ilgiornale.it