Giorgia Meloni riceve l’elogio del quotidiano francese Le Monde per il suo modello di cooperazione con la Tunisia.
Il quotidiano francese Le Monde, notoriamente vicino alla sinistra, ha elogiato la premier italiana Giorgia Meloni per il suo “modello di cooperazione” con la Tunisia, incentrato sul controllo dei flussi migratori attraverso investimenti nei Paesi d’origine come scritto da liberoquotidiano.it. Questo approccio, ribadito dalla presidente del Consiglio durante la sua quinta visita a Tunisi dal 2022, si fonda sul principio del “diritto a non emigrare”, investendo localmente per creare opportunità nei Paesi africani.
Non si sono fatti attendere sui social i commenti dalla sinistra, negativi ovviamente.

Un modello di cooperazione che convince anche all’estero
Il modello promosso da Meloni rientra nel più ampio Piano Mattei, una strategia di sviluppo e partenariato paritario con i Paesi africani. Sebbene duramente criticato dalle opposizioni italiane di centrosinistra, questo piano viene visto da Le Monde come una risposta concreta alla gestione dell’immigrazione e come esempio di cooperazione pragmatica nel Mediterraneo. Secondo il giornale francese, la Tunisia di Kaïs Saïed rappresenta un partner strategico per l’Italia, come dimostrano le frequenti missioni diplomatiche della premier.
Energia e investimenti: il fulcro del Piano Mattei
Oltre alla questione migratoria, la cooperazione tra Italia e Tunisia si estende al settore energetico. Meloni ha infatti confermato l’impegno italiano nella realizzazione dell’elettrodotto Elmed, infrastruttura chiave per collegare l’Africa all’Europa attraverso la fornitura di energia. Questo progetto, considerato strategico per entrambi i Paesi, si inserisce nel quadro del Piano Mattei per l’Africa, che mira anche allo sviluppo delle energie rinnovabili in collaborazione con il settore privato italiano.
La presidente del Consiglio ha sottolineato come questo piano non sia solo un’azione di politica estera, ma un pilastro della strategia energetica europea. L’iniziativa è stata accolta positivamente anche da ambienti economici e internazionali, confermando la rilevanza geopolitica dell’asse Roma-Tunisi.