Greta Thunberg annuncia la partenza della Global Sumud Flotilla il 31 agosto per rompere il blocco israeliano su Gaza.
Greta Thunberg ha annunciato che il 31 agosto salperà dalla Spagna la Global Sumud Flotilla, un’azione via mare per rompere il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Se da una parte abbiamo Donald Trump e la sua nuova battaglia contro i senzatetto, dall’altra c’è chi sceglie di schierarsi in prima linea contro la crisi umanitaria.
Greta Thunberg in mare per Gaza: l’iniziativa
L’attivista svedese Greta Thunberg ha spiegato che “dalla Spagna decine di imbarcazioni e altre decine si uniranno il 4 settembre a Tunisi e in altri porti“, in una mobilitazione coordinata in 44 Paesi. All’iniziativa, come riportato da Adnkronos.com, partecipano Maghreb Sumud Flotilla, Freedom Flotilla Coalition, Global Movement to Gaza e Sumud Nusantara.
Gli organizzatori dichiarano di voler “rompere il blocco” navale imposto da Israele e sottolineano che “questa volta lo faremo con decine di imbarcazioni” e con “mobilitazioni coordinate di 44 Paesi di tutto il mondo“. Definiscono l’operazione “il più grande sforzo di solidarietà internazionale da quando Israele ha imposto 18 anni fa il suo blocco orribile“.
Il primo gruppo di navi partirà il 31 agosto dalla Spagna, mentre un secondo gruppo si unirà il 4 settembre da Tunisi e da altri porti del Mediterraneo.
Le accuse a Israele e l’appello alla comunità internazionale
In un video di presentazione, aggiunge Adnkronos.com, in cui compaiono anche gli attori Susan Sarandon e Liam Cunningham, gli organizzatori accusano Israele di aver “lanciato l’equivalente di otto bombe atomiche su uomini, donne e bambini” e di aver “completamente distrutto” ospedali, case, rifugi e scuole, provocando “decine di migliaia di vittime“.
Il messaggio denuncia inoltre che “mai nella storia sono morti tanti giornalisti, dipendenti dell’Onu e operatori sanitari” e afferma la necessità di un’azione immediata. Il gruppo promette di “navigare insieme per rompere l’assedio illegale di Gaza” e di chiedere “la fine del genocidio, aprire finalmente un corridoio” e “una Palestina libera e un mondo libero“.
