Carlo Calenda pubblica su X un attacco diretto al regionalismo italiano, denunciando clientelismo, sprechi e corruzione.
Negli ultimi anni, il dibattito sull’assetto istituzionale italiano ha visto accendersi numerose polemiche, in particolare sul ruolo delle Regioni, ma a rilanciare con forza la questione è stato Carlo Calenda, leader di Azione, che su X (ex Twitter) ha pubblicato un duro sfogo contro quella che definisce la degenerazione del regionalismo.

Le Regioni sotto accusa: consenso clientelare e potere fuori controllo
Nel suo post, Calenda scrive: “LA REPUBBLICA DEI CACICCHI. La degenerazione del sistema regionale italiano è dimostrata anche dalla capacità degli ex governatori di tenere sotto ricatto i partiti nazionali. Occhiuto, De Luca, Emiliano, Zaia con i soldi pubblici hanno costruito una base di consenso clientelare – che comprende anche i media locali ampiamente sovvenzionati – che diventa decisiva quando il voto di opinione scompare.”
Calenda continua con una riflessione ancora più radicale: “Il regionalismo italiano è un cancro che divora il paese, duplica la burocrazia, produce società partecipate utili solo per il consenso, alimenta un sistema parassitario che uccide l’economia sana, genera corruzione.”
Qui la critica si allarga agli effetti sistemici del regionalismo: doppia burocrazia, sprechi, corruzione, partecipate inutili. Una macchina che, secondo Calenda, penalizza le imprese sane e favorisce un sistema opaco.
Comuni come alternativa: risorse e poteri da decentralizzare
La proposta è chiara e si accompagna a una visione riformatrice: “Le regioni vanno depotenziate, ridotte nelle funzioni e nei costi e sottomesse con una clausola di supremazia dell’interesse nazionale.”
Questo significa invertire la tendenza degli ultimi decenni, ridimensionando le Regioni e rafforzando il potere statale centrale, attraverso una clausola di prevalenza dell’interesse nazionale.
Infine, Calenda indica nei Comuni l’unico livello di governo locale realmente vicino ai cittadini: “I comuni sono il nucleo più sano dell’amministrazione pubblica perché vicini ai cittadini. Oggi non hanno risorse. Li andrebbero spostati i soldi e i poteri utili ai servizi di prossimità.”
In questa visione, è ai Comuni che andrebbero destinate le risorse e le competenze, per garantire servizi efficaci e una gestione più trasparente e responsabile. Un modello alternativo che punta su prossimità, partecipazione e fiducia istituzionale.
LA REPUBBLICA DEI CACICCHI
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 15, 2025
La degenerazione del sistema regionale italiano è dimostrata anche dalla capacità degli ex governatori di tenere sotto ricatto i partiti nazionali. Occhiuto, De Luca, Emiliano, Zaia con i soldi pubblici hanno costruito una base di consenso clientelare…