Jannik Sinner: nel documentario “The Return” si racconta tra sospensione, rinascita e felicità
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Jannik Sinner: nel documentario “The Return” si racconta tra sospensione, rinascita e felicità

Jannik Sinner a Wimbledon 2025

Jannik Sinner si apre nel documentario “The Return”, dove racconta tutto e l’importanza del fuori dal campo per ritrovare il successo.

Nel mini-documentario “The Return”, prodotto da Rolex e registrato durante i primi allenamenti a Monte Carlo dopo la sospensione per il caso Clostebol, Jannik Sinner si racconta senza filtri. Non è solo un ritratto sportivo, ma una narrazione personale, fatta di dubbi, insicurezze e riflessioni profonde. Ecco le parole riprese da eurosport.it

“Per il tennis ho lasciato tutto”, dice con semplicità ma anche con peso, ricordando il momento in cui ha lasciato la famiglia, gli amici e gli altri sport per inseguire il sogno del tennis professionistico. “Quando poi avevo 13 anni e mezzo, ho scelto di diventare un tennista… La mia vita è cambiata completamente da un giorno all’altro”.

Jannik Sinner
Jannik Sinner

Il valore della felicità fuori dal campo

La sospensione, vissuta come un trauma pubblico e personale, ha lasciato il segno. “L’anno scorso ho fatto molta fatica a essere felice in campo, perché avevo sempre in mente questa vicenda di doping, ed è stato molto difficile”. E ancora: “Lo Us Open 2024, con la notizia della positività che diventa di pubblico dominio solo 5 giorni prima dell’inizio del torneo fu molto complicato, ero molto nervoso. Alcune persone mi guardavano con occhi diversi, non è stato facile”.

Eppure, da quel periodo difficile, è arrivata una delle vittorie più significative della sua carriera. “Riuscire a vincere il torneo in quel modo lo ritengo davvero una grande conquista”.

Sinner spiega che il benessere fuori dal campo è essenziale per rendere al meglio in gara: “Credo che se sei felice fuori dal campo, allora in campo è più facile giocare”. Un principio semplice ma profondo, che ha imparato a sue spese. “Sai, quando scendiamo in campo, tutto ruota attorno a quello che fai prima di una partita… È molto importante conoscere se stessi il più possibile”.

Il campo come rifugio, i dubbi come stimolo

Nonostante le pressioni, Sinner trova conforto nel gioco: “Fuori dal campo può succedere di tutto… Ma poi, in campo, mi sento al sicuro”. E se da fuori può sembrare imperturbabile, in realtà ammette: “Da fuori non sembro una persona emotiva, ma lo sono. Quando vivo un momento difficile, a volte, non riesco a trattenermi”.

Il suo rapporto con il tennis è fatto anche di autocritica e resilienza: “Ho dubbi su me stesso ogni giorno ma mi ricordo di tutto il lavoro che ho fatto per arrivare dove sono”. Quelle radici, cresciute “in una cittadina del nord Italia, in mezzo alle montagne”, restano sempre con lui. E da lì ha costruito un’identità solida, capace di affrontare ogni ostacolo.

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ultimo aggiornamento: 27 Agosto 2025 13:02

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