Giorgia Meloni è una furia contro l'ex premier: "Il Conte Mascetti sarebbe stato fiero"
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Giorgia Meloni è una furia contro l’ex premier: “Il Conte Mascetti sarebbe stato fiero”

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni ad Ancona per lanciare Francesco Acquaroli verso la riconferma. Attacchi duri a Conte, Schlein e sul salario minimo.

Nel cuore della campagna elettorale per le regionali delle Marche, Giorgia Meloni torna ad Ancona insieme agli alleati di governo per sostenere il governatore Francesco Acquaroli, candidato al bis il 28 e 29 settembre. Un appuntamento dal forte valore politico, primo test elettorale d’autunno per il centrodestra.

Il comizio ha toccato temi centrali per la maggioranza, dalla giustizia alla stabilità del governo, fino agli attacchi personali subiti dalla premier. Come riportato da ansa.it, in un passaggio Meloni ha sottolineato: “Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola”.

Giorgia Meloni
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Meloni e la sfida a Conte e Schlein

Gli attacchi non hanno risparmiato gli avversari politici. A Elly Schlein, che l’aveva sollecitata a elencare le offese subite dal centrodestra, Meloni ha risposto: “Guarda Elly, se vuoi che te li faccio ci mettiamo mezza giornata”.

Il botta e risposta si è acceso anche con Giuseppe Conte. La premier ha dichiarato: “Ho sentito Conte dire, noi non siamo alleati del Pd, abbiamo un progetto, che è mandare a casa Meloni. Punto primo, il Conte Mascetti sarebbe stato fiero di Conte. Ma che progetto è mandare a casa Meloni? Io governo per gli italiani, mica contro gli altri”.

Conte ha ribattuto con ironia: “Giorgia, di te sarebbe fiera Vanna Marchi”.

Salario minimo e welfare al centro del dibattito

Il confronto politico ha coinvolto anche il tema del salario minimo. Schlein ha attaccato la premier: “Ci vuole del coraggio a non fare il salario minimo con 4 milioni di persone in difficoltà. Meloni si vergogni”. E ha promesso: “La batteremo alle prossime elezioni e la prima cosa che faremo sarà il salario minimo perché sotto i 9 euro è sfruttamento”.

Sul palco del centrodestra, invece, Antonio Tajani ha bollato la misura come “stalinista”, mentre Maurizio Lupi ha ribadito: “Ci vuole un salario giusto”.

Il centrodestra ha confermato la linea anche sul reddito di cittadinanza: niente ripristino, ma difesa del ceto medio e attenzione alla fiscalità, come ricordato da Forza Italia e Lega.

In chiusura, come riportato da liberoquotidiano.it, Meloni ha rivendicato i risultati ottenuti e la durata del suo esecutivo: “La sinistra non azzecca una previsione da decenni: dicevano che il nostro governo sarebbe caduto dopo pochi mesi. E invece siamo già il quarto più longevo della storia repubblicana, presto saremo il terzo. E guarda caso, tutti e tre i governi più duraturi sono stati di centrodestra”.

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ultimo aggiornamento: 18 Settembre 2025 12:59

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