Alla kermesse dei giovani di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni denuncia le minacce contro il governo e richiama il caso Charlie Kirk.
Mentre arrivano ultimatum dalla Lega a Pontida, Giorgia Meloni sceglie la piazza di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale, per rilanciare il messaggio identitario del suo partito. Davanti ai giovani di Fratelli d’Italia, la premier ha ribadito con fermezza la determinazione del governo di fronte agli attacchi esterni, soffermandosi con forza sul caso dell’omicidio di Charlie Kirk.
Giorgia Meloni ai Giovani di FdI: il suo discorso conclusivo
Nel suo discorso conclusivo alla kermesse giovanile di FdI, come riportato da L’Ansa, Giorgia Meloni ha messo in evidenza la crescente ostilità contro il suo partito: “Le minacce si moltiplicano man mano che dimostriamo di saper governare questa nazione, ma non abbiamo paura“.
Rivolta ai ragazzi di Gioventù Nazionale, ha voluto riconoscerne l’autonomia e la capacità di pensiero critico: “Qualcuno vi chiama i giovani di Meloni, per far pensare che siete semplice manovalanza, ma la realtà è che se siete qui è proprio perché non siete dei burattini. Se siete qui è perché ragionate con la vostra testa“. E ancora, con un sorriso: “Siete uno spettacolo“.
Il riferimento a Charlie Kirk
Nella giornata dei suoi funerali, Giorgia Meloni ha poi toccato con forza il caso Charlie Kirk, parlando di un giovane diventato scomodo perché troppo libero: “Era pericoloso perché smontava la narrazione del mainstream con la logica. E andava fermato perché era libero, coraggioso e capace, le persone così fanno paura a chi pensa di poter imporre con la forza le proprie convinzioni“.
Ha ricordato con amarezza le immagini circolate dopo la sua morte. Non è mancata una stoccata al silenzio seguito a un post ritenuto ignobile: “Nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi ha ritenuto di dover dire mezza parola sull’ignobile post pubblicato da sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di Kirk a testa in giù, con la scritta -1 e a buon intenditor poche parole. Tutti zitti, non ci facciamo fare la morale da questa gente“. E infine, con tono deciso, ha concluso: “Siamo fieri di non essere come loro“.
