Il nome “Giorge Meloni” è stato registrato come marchio in Cina dalla Jiyun (Xiamen) Trading Co., Ltd. Ecco cosa comprende la registrazione.
Negli ultimi anni, il mondo del commercio globale ha mostrato sempre più interesse nell’utilizzo di nomi noti per attirare l’attenzione dei consumatori. Un caso emblematico arriva dalla Cina, dove è stato ufficialmente registrato il marchio “Giorge Meloni”, un nome che ricorda fortemente quello della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni.
Secondo quanto riportato in esclusiva dall’agenzia Adnkronos, la società cinese Jiyun (Xiamen) Trading Co., Ltd, attiva nel settore dell’import-export, ha completato nel mese di settembre 2025 la registrazione del marchio presso l’Ufficio marchi e brevetti di Pechino. La denominazione, seppur leggermente modificata, appare chiaramente ispirata alla leader italiana, recentemente apparsa anche su diverse copertine internazionali, come quella del settimanale francese L’Express.

Cosa comprende il marchio “Giorge Meloni” in Cina
La registrazione del marchio, come riportato nella documentazione ufficiale visionata da Adnkronos, copre una vasta gamma di prodotti nel settore moda. In particolare, il marchio potrà essere utilizzato per scarpe, stivali, pantaloni, pantofole, scarpe da uomo, scarpe da donna, abbigliamento per bambini e scarpe per bambini.
L’azienda ha sede nel distretto di Jimei, nella provincia cinese del Fujian, e sembra puntare a sfruttare il richiamo internazionale del nome per rafforzare la propria offerta sul mercato asiatico.
Implicazioni legali e immagine pubblica
La registrazione del nome “Giorge Meloni” apre questioni delicate in ambito giuridico e diplomatico. In Italia, l’uso non autorizzato del nome di una figura pubblica può essere contestato, ma la tutela legale all’estero, in particolare in Cina, segue logiche differenti.
È possibile che si tratti di una strategia commerciale mirata a capitalizzare sull’identità italiana percepita come simbolo di forza e stile, ma non è escluso che l’operazione possa attirare l’attenzione del governo italiano o dei legali della premier.
Il caso “Giorge Meloni” in Cina non è solo una curiosità commerciale, ma un esempio concreto di come la globalizzazione e le differenze nei sistemi di tutela dei marchi possano generare situazioni inaspettate, con potenziali sviluppi legali e diplomatici.